Responsabilità

Nel gruppo giocoso della domenica sera irrompe la più giovane di casa. Sta per uscire, l’Ansa le arriva sul cellulare mentre saluta tutti: “Uh, hanno fatto male a Berlusconi”, annuncia. Intorno ai tavoli del burraco sono sedute persone di mezza età – stimati professionisti, intellettuali, funzionari pubblici – tutte vagamente appartenenti a quel campo di Agramante che è il centrosinistra. Mettile a discutere di politica, e ognuna di loro ti esporrà un’idea diversa, irriducibilmente singolare, del mondo, del passato e del futuro, di necessità priorità programmi. Ma dici “Berlusconi”, e per incanto ogni differenza verrà meno.

E’ volgare, perennemente sopra le righe, non rispetta le regole. Non vuole farsi processare, è un megalomane e un bugiardo. E’ vecchio, non si accetta e si fa i lifting. Dà antropologicamente fastidio. E’ il nemico.

Prime reazioni alla notizia del ferimento: “Beh, si sapeva che sarebbe successo, prima o poi”; “Si capisce, lui provoca continuamente”. Passa qualche minuto, e le considerazioni si fanno più razionali. “Figurati adesso come farà la vittima”; “Pensa i giornali… e che cosa dirà il Tg1!”. Si tira un sospiro di sollievo quando si scopre che l’aggressore è (pare) una persona malata: che bella soddisfazione. E ci vuole ancora un momento perché qualcuno arrivi a dire: “E’ una stronzata, sarà più forte di prima”, concetto che mette tutti d’accordo.

Ma non si va oltre. Nessuno che colga l’occasione per riflettere sul clima parossistico nel quale viviamo e sulle responsabilità di ognuno. Magari a partire dalle proprie, e non da quelle degli altri. In Tv parte la sequela delle dichiarazioni di rito. Tutte uguali anche quando dicono cose diverse. Solo Di Pietro dice quello che mezza Italia (per fortuna meno di mezza) pensa. Su Facebook, ultima versione del bar dello Sport, impazzano dibattiti demenziali.

Io, andando a dormire, penso che un signore di 73 anni, capo del governo della nazione in cui vivo, è stato aggredito e ferito, ha qualche dente rotto, poteva farsi molto male, e mi sento cittadino di un paese del Sud America (si dice così, ma non è che da quelle parti va meglio?). Spero che Berlusconi continui a governare per molto tempo. Comunque fino a quando i suoi avversari non cambieranno.