Ci vorrebbero i veri responsabili

1. Il mantra di giornata è: non succede niente. Berlusconi resta lì, Bossi rassicura, Tremonti si fa vedere, Fli si avvia a scomparire, Casini torna dietro le quinte e aspetta. Il povero Pd – che aveva lanciato l’ennesima offensiva finale – si ritrova snobbato da tutti, lascia perdere la politica attiva e torna ad un suo classico, il tormentone della leadership, oggi affidata a Rosi Bindi (Renzi, salvaci tu!).

In realtà non era vero ieri che fosse arrivata l’ora di Berlusconi, non è vero oggi che i problemi siano risolti. E’ che ormai il sistema è come una maionese impazzita. Tutto avviene a velocità crescente, ma con effetti nulli. Si tentano spallate che non riescono, ci si dà appuntamento per la successiva, finta ora x. Si organizzano piani che vengono rovesciati dopo qualche giorno, per costruirne altri, già sapendo che verranno smontati. Così tutti hanno l’impressione di fare qualcosa, di lavorare per una causa, di sentirsi utili.

De Rita, sul Corriere, fa il sociologo e dà un senso a tutto questo: ormai non facciamo altro che “governare la contingenza”. Il prezzo che paghiamo è crescita zero, marginalizzazione progressiva del Paese. Se la prendiamo un po’ più alla larga, è che l’Italia declina perché è giusto così. Una sua funzione l’ha avuta nel mondo che fu, alcuni secoli fa.

2. Il tema del ricambio della classe dirigente del centrodestra esiste e come. Un parlamentare Pdl, antico conoscitore di politica, dice di prima mattina: “Bisognerebbe associare 20-30 parlamentari del Pdl che – per amor di Dio, sostenendo e garantendo Berlusconi – si pongano il problema di come uscire dal pantano, progettare una transizione morbida, assicurare un futuro al centrodestra. Sarebbero loro i veri responsabili, altro che quei quattro scalzacani in cerca di posti…”. Detta in altre parole, fa sua la gloriosa linea del salvacondotto che tFP ha indicato alla nazione. Perché non si procede? “E’ difficile, perché il grosso delle truppe sa che, se crolla Berlusconi, in tanti vanno a casa e in Parlamento non ci tornano più. Per questo prevale una sciagurata linea oltranzista, la difesa tetragona delle peggiori cazzate, l’assenza di qualunque iniziativa politica”. Ma andrebbero a casa anche in caso di caduta rovinosa del capo… Il parlamentare alza le braccia e si avvia verso Montecitorio.

3. Buoni segnali da Sanremo. Due alla volta, vanno via i peggiori. Prima Oxa e Tatangelo, ieri Albano e Patti Pravo. Sarà però difficile liberarsi dell’ultramelenso Vecchioni, un Veltroni invecchiato.