Come appassionato – da un certo numero di anni – della politica applicata, trovo semplicemente geniale la nomina di Mario Monti a senatore a vita. Lasciamo stare altre considerazioni: la mossa è straordinaria dal punto di vista della pura techné.
Intanto Napolitano sceglie nel momento giusto (ed è noto che, in politica, i tempi sono decisivi). In giornata abbiamo toccato il punto peggiore della crisi di credibilità del paese, sui mercati e sul piano politico. La nomina di Monti rappresenta in sé una prima, indiscutibile risposta: basterà da sola, domattina (almeno è sperabile), ad arginare ulteriori rovinose cadute.
In secondo luogo, la mossa spiazza clamorosamente i tanti nani della scena politica italiana. Napolitano “si intesta” Monti: nessuno potrà farsene padrino, di conseguenza sarà per chiunque difficile dirgli di no. Il Pd non potrà giocare con le parole, e non potrà negare un sostegno pieno al candidato di un Presidente che Bersani, D’Alema, Veltroni li ha visti in fasce.
Il Pdl non potrà neppure lontanamente parlare di ribaltoni in atto e – di fronte all’emergenza – sarà costretto ad appoggiare il governo guidato da un uomo che Berlusconi fece Commissario europeo. Se poi – come corollario – Lega e Di Pietro si chiameranno fuori, la povera Italia avrà fatto – grazie a Napolitano – un imprevisto Bingo. Nascerà un governo sostenuto dalle forze fondamentali del paese (Pdl, Pd, Terzo polo), e in un anno e qualcosa, fino alla primavera del 2013, si potrà cercare di rimettere in sesto la baracca.
Più o meno trentenne, da funzionario di partito, portavo in giro nel napoletano il parlamentare Giorgio Napolitano. Lo ascoltavo, lo apprezzavo, non lo amavo. Il suo riformismo lo trovavo eccessivamente prudente, quasi esangue: sognavo più movimento, nel partito e fuori. Oggi che mi avvio verso la sessantina, scopro un signore quasi novantenne capace di una fantastica “mossa del cavallo” nel mefitico stagno della politica italiana. Per fortuna lui è Presidente della Repubblica, io la politica mi limito a guardarla da lontano.