Nell’affaire Celentano/Sanremo non c’è quasi nulla che mi sia piaciuto, finora. Chi se ne frega, direte. Ve ne parlo lo stesso, cercando di procedere con ordine:
1. La Rai e Morandi lavorano da tempo per portare Celentano a Sanremo. Obiettivo comprensibile. Può fare crescere gli ascolti, innanzitutto facendo quello che ormai gli riesce meglio: il guitto. Nell’Italia confusa del 2012, Celentano può valere come succedaneo di Grillo: più schiettamente reazionario, meno fastidioso e più addomesticabile. Naturalmente, perché la sua presenza faccia il botto di ascolti, bisogna fare crescere spasmodicamente l’attenzione sulla sua performance. Non su quella canora (che a nessuno interessa) ma sul resto.
2. Celentano va pagato, come è giusto. Si avvia la trattativa, fatta – come è normale – di alti e bassi, richieste e controproposte. Fino a quando comincia a circolare l’interrogativo “verrà o non verrà”. Interrogativo comunicativamente interessante (tiene accesi i riflettori) ma pericoloso. Perché si comincia a parlare concretamente e pubblicamente dei soldi che Celentano chiede. Tema assai spinoso, di questi tempi. E in Italia.
3. In Italia non bisogna mai parlare di soldi, lo sterco del demonio. Chi guadagna molto non è oggetto di ammirazione e di emulazione ma di invidia. Parlarne di questi tempi, poi, risulta massimamente sconveniente. Ma come, ci sono i disoccupati. Ma come, non si arriva alla terza settimana. Così, inevitabile come la neve di queste ore, scoppia il caso: Celentano vuole/prende troppi soldi.
4. (Parentesi 1. Qualcuno dice: va pagato perché il mercato lo impone, Celentano porta ascolti e pubblicità. Ma la Rai non sta sul mercato. La Rai è pubblica, la paghiamo in grandissima parte con il canone, che non è un “tributo dovuto”, come dice odiosamente lo spot in onda in questi giorni. Il mercato, in questo caso, non impone niente. Siamo noi, in quanto contribuenti, a pagare.)
5. Celentano – tribuno della plebe per antonomasia – coglie l’insidia in agguato. La sua performance rischia di essere rovinata dalle polemiche sui soldi. Negli anni scorsi era accaduto anche con Benigni. Ma non c’era la crisona. E il furbo toscano – politicamente correttissimo – se l’era cavata assicurando che il suo compenso se ne andava in beneficenza. Lui non ha lo status di Benigni. Deve fare qualcosa di più eclatante per evitare un brutto corto circuito.
6. Così decide di dare in beneficenza il suo cachet sanremese. Ma non riservatamente, discretamente, come si fa by definition. Destina per decreto la fetta più grande della sua torta sanremese ad Emergency, il resto lo molla a famiglie indigenti di 7 città italiane. E ne dà annuncio pubblico con un vero manifesto politico. Emergency, si sa, è nelle sue corde da tempo. Le 7 città le sceglie con il bilancino. Amministrazioni di destra e di sinistra, ma non troppo legate ai partiti, con sindaci al top delle simpatie dell’opinione pubblica. I sindaci dovranno individuare (come, quali strumenti hanno a disposizione?) le “famiglie indigenti” cui andrà questo premio di 20mila euro, gentilmente elargito dal fu molleggiato.
7. (Parentesi 2. Il più lesto dei sindaci a rispondere – pare l’unico, al momento – è De Magistris, il quale si dice “già al lavoro” (come, con quali criteri etc…) per individuare la famiglia prescelta. Qui vorrei dirvi – da napoletano – della mia vergogna, di Achille Lauro, della maledizione stracciona della mia città. E di come sarebbe stato bello se De Magistris avesse detto, con schiena dritta: “Grazie, Adriano, ma questa elemosina non l’accetto”. Magari ne parliamo un’altra volta.)
8. Conclusione. Celentano se ne inventerà altre per stare sulla scena fino alle serate fatidiche (a partire dalla richiesta che con lui a Sanremo ci sia anche Grillo, vero deus ex-machina). Ma già da ora alcune certezze le abbiamo. Grazie alla Rai e a chi la dirige:
a) gli italiani penseranno sempre più che i soldi (degli altri) fanno schifo;
b) la politica si beccherà altre quintalate di merda, in nome della lotta alla casta;
c) i bravi sindaci (speriamo non tutti e 7) avranno la loro photo-opportunity con i poveracci beneficiati;
d) tutti noi che paghiamo il canone Rai daremo un po’ di soldi a Gino Strada. Che a me non sta simpatico. (Non è questo il punto, ma il problema, come abbiamo visto, c’è).