Era previsto un avvio dolce. Prima di entrare nel vivo, “il Primario” voleva dedicarsi ad un minimo di analisi dei contesti, ai profili dei candidati, alle ricerche di mercato. Ma stamattina – giusto per bruciare pure sto lavoretto, oltre a tutto il resto – è arrivato come un bulldozer il Grande Distruttore.
Ha parlato con la Stampa (poi magari oggi farà arrivare qualche mezza smentita, condita di considerazioni velenose verso i giornali e verso Federico Geremicca, suo amico di lunga data), e ha detto la qualunque. “Lo sapete che se mi stuzzicano reagisco. E che se c’è da combattere, combatto. Renzi ha sbagliato, e continua a sbagliare. Si farà del male…”. “Sono stato a Matera, c’era il doppio della gente che con Renzi… però i giornali non lo scrivono, rottamare il Pd conviene a molti…”. “Renzi è andato a Sulmona con jet privato…”. “E’ finanziato dall’America, da Paolo Fresco… Che altro dire?”. Per poi concludere: “Non ho il tempo di arrabbiarmi con lui, sono troppo impegnato…”.
Un giorno anche noi troveremo un po’ di tempo per analizzare il linguaggio e le allucinate costruzioni mentali del GD. C’è sempre, da qualche parte, un nemico che trama. Ci sono forze oscure che vogliono la distruzione del partito. E c’è lui, figlio prediletto del medesimo, che lo salva dalle insidie del mondo, sacrificandosi. Nella fattispecie, candidandosi. Perché, certo “stavamo valutando la possibilità di un mio abbandono… ma ora no, bisogna combattere…”.
Quello che è brutto, e assai triste (ma forse anche molto freudiano, disciamo), è che il GD usa per la sua battaglia campale le stesse, schifose armi per anni impugnate contro di lui. Lui inchiodato da una canea di imbecilli al costo delle sue scarpe, lui che cambiò casa perchè quelli che se le comprano a loro insaputa lo accusarono di averne una a prezzi di mercato, lui accusato dai giustizialisti di tutto il mondo per le gite con Tarantini, per la cointestazione e i leasing della barca, oggi rimesta nella stessa spazzatura, rimproverando a Renzi l’uso di un jet privato che si è pagato da solo e i finanziamenti (trasparenti) dichiarati da un manager. E’ una deriva penosa e sconsolante. Il leader del paese normale, ora Presidente del Copasir, ridotto a orecchiare e propalare piccole infamità, come nella DDR de Le vite degli altri.
Ma c’è poi il dato politico (direbbe così anche lui). Bersani appare da qualche giorno in recupero. Ha gestito bene l’Assemblea nazionale, mostrandosi generoso e tranquillo. Comincia a macinare, la sua campagna sta per partire. E Renzi appare un po’ ripetitivo, rischia di perdere l’agenda setting della campagna. L’uscita del GD ridà al giovanotto di Firenze almeno un’altra settimana di centralità. Noi gli consigliamo di non rispondere ton sur ton, ma di andare oltre. Il GD fa del male a se stesso ed alla sua causa da solo, non è necessario amplificarne le gesta.
PS. Come previsto, è arrivata (ore 9.41) la smentita della portavoce del GD.