La BorlettiBuitoniMazzantiviendalmare

La BuitoniBorlettiMazzantiviendalmare, sottosegretaria ai Beni culturali, si lamenta qui perché il decreto del fare semplifica (orrore!) le procedure per le ristrutturazioni degli immobili, naturalmente se il bene non è vincolato (chiaro? Se il bene NON è vincolato). La signora vorrebbe anche in questi casi l’autorizzazione delle Soprintendenze: una carta in più da produrre, un potere in più per le burocrazie. Ci vuole tempo per le autorizzazioni? Si diano più soldi alle Soprintendenze. Sennò il nostro patrimonio culturale (ricordo che stiamo parlando in questo caso di un dignitoso appartamentino al Quarticciolo) rischia di brutto.
Ora, capiamoci. Io ritengo le Soprintendenze (già il termine mi inquieta) uno dei principali fattori di blocco, di ottusità burocratica, di cultura conservatrice che infestano l’Italia. Semplicemente le eliminerei, lasciando ad un’Autorità centrale il presidio e la tutela di un numero selezionatissimo di Beni culturali, da difendere anch’essi, naturalmente, in maniera attiva. Con investimenti privati, con una cura filologica intelligente e dinamica, in una continua interazione con il mondo che ci cambia intorno. Tutto questo se non vogliamo definitivamente mummificare l’Italia.
La signora, invece, vorrebbe affidare a queste escrescenze burocratiche anche il controllo della ristrutturazione di una cantina.
Insomma, siamo lontani mille miglia. È proprio un problema di weltanschaaung, se vogliamo usare una parola grossa. Ma che tra me, figlio del popolare quartiere di Materdei (Na), e la signora Buitoniconquelchesegue, ci siano distanze abissali, è normale. Meno normale, parliamoci chiaro, è che le sue siano considerate nobili posizioni di sinistra.