Che storia, questa di Maria Yudina, pianista russa. Io non la conoscevo, me l’ha fatta scoprire un amico su Fb.
Maria Veniaminovna Yudina nasce nel 1899 a Nevel, ai confini della Bielorussia, da una famiglia ebraica. A 12 anni il suo talento viene scoperto da una pianista allieva di Rubinstein e approda così al Conservatorio di San Pietroburgo, dove avrà come compagni di classe Dmitrij Shostakovich e Vladimir Sofronickij. Nel 1917 vive in diretta la Rivoluzione d’Ottobre, ma qualche anno dopo si converte al cristianesimo piuttosto che al comunismo, ed entra nella Chiesa ortodossa russa.
Da allora comincia una vita di vero e proprio apostolato religioso, che si intreccia con i crescenti successi professionali e il progressivo, inesorabile ostracismo del regime nei suoi confronti, che però non raggiungerà mai l’ostilità esplicita. Per tutta la vita la Yudina continuerà a girare l’Urss e a tenere concerti, tra gli osanna di fans.
L’aneddoto più clamoroso (e, almeno in parte, fantasioso) sulla Yudina riguarda Stalin, lo racconta Shostakovich nelle sue memorie. Pare che Iosif Vissarionovič Džugašvili una notte avesse ascoltato in radio il Concerto per pianoforte in La maggiore di Mozart eseguito dalla Yudina (1. Allegro; 2. Adagio; 3. Allegro assai) e, colpito dalla bellezza dell’esecuzione, avesse subito chiesto una copia del disco. Ma l’esecuzione alla radio era dal vivo, così i suoi attachés dovettero mettersi immediatamente in cerca della pianista, convocare un’orchestra in uno studio e registrare il Concerto.
Vuole la leggenda che durante la notte furono cambiati ben tre direttori perché tutti temevano la reazione di Stalin di fronte ad una registrazione poco soddisfacente. Ma alla fine la registrazione ci fu, e si dice che Stalin, ascoltandola, scoppiò in lacrime fin dalle prime note.
Quello che è certo è che Stalin volle ricompensare la Yudina con una bella somma di denaro, e che lei le rispose così: “La ringrazio, ho però dato i soldi alla mia chiesa e pregherò per Lei perché il buon Dio La perdoni per tutte le atrocità che ha commesso verso il popolo“. Il miracolo fu che, malgrado la durezza della risposta, la Yudina continuò a svolgere la sua attività senza ostacoli insormontabili. Mentre ancora la leggenda ci ricorda che la notte della sua morte Stalin aveva sul suo giradischi proprio il Concerto il La suonato dalla Yudina.