1) Non penso che Marina Berlusconi sarà candidata dal Pdl (o da quello che diventerà) alla leadership del paese; 2) se dovesse esserlo, non penso che vincerebbe le elezioni, quando ci saranno; 3) spesso sbaglio previsioni.
1) Mi sembra impensabile che una leadership che può non piacere, ma indiscutibile come quella di Silvio, possa essere trasferita d’emblée sulla figlia. Non conosco la signora. Da quello che se ne sa, viene descritta come una donna tosta, capace di governare aziende. Bene, sono doti che non bastano. Il padre di Marina – bravissimo venditore, scaltro imprenditore – aveva ad ha quella dote di natura che si definisce carisma. Dopo aver scontato la scarsa esperienza politica nei primi anni della sua leadership, ne ha successivamente appreso talmente bene le arti da diventare anche il più politicante tra i politicanti, oltre che il più ricco, sfrontato, (s)pregiudicato (e carismatico, cioè moderno) tra gli attori in scena. La giovane Marina, se le chiacchiere crescenti fossero fondate, ne prenderebbe il posto come puro succedaneo. Surrogato del capo, impedito ad esercitare. Con tutte le conseguenze del caso, che è perfino superfluo elencare.
2) Comunque, dovesse accadere, Marina Berlusconi perderebbe le elezioni (così come le perderebbe il padre, se potesse candidarsi) per un motivo di fondo. Il Pdl è finito da tempo, e non sarà il cambio di marchio a rigenerarlo. Solo una nuova classe dirigente, nata in discontinuità con quella attuale, potrebbe ridare competitività alla destra italiana (che, ricordo a febbraio ha perso 6 (sei) milioni di voti). Berlusconi padre o figlia, Pdl o Forza Italia, Brunetta o Alfano, Schifani o Santanché: tutti sopravvivono solo perché hanno di fronte avversari inconcludenti, vecchi e arroganti. (Direte che non è poco, ed è vero).
3) Naturalmente in Italia tutto è possibile. Anche che un partito decapitato scelga un cognome e non un leader, invece di affrontare una battaglia politica interna seria. Così come è possibile che gli elettori del Pdl si bevano il cognome e non il leader, pur di evitare che la sinistra vinca. E che la sinistra, invece di proporre agli italiani una prospettiva diversa e nuova, continui a vagare nei territori del cannibalismo interno. Ecco, dovesse accadere tutto ciò, a quel punto è certo che la mia previsione risulterà sbagliata.