Crisi risolta, con qualche ammaccatura di immagine. Nel frattempo, praticamente, Prodi si candida in diretta da Lerner. Bisogna, dico a D’Alema la sera, portare a cena il vertice Pds e Cossiga. Venerdì dovremmo riuscire a varare l’Agenzia (Bianchi, Borgomeo, Savona, D’Antonio, Callieri), ma Cossiga impedisce a Savona di entrare perché non ci si può far dirigere da uno di Nomisma. Cerco di prima mattina i suoi due nuovi emissari (Scotti e Carra) ma senza risultati. Ricominciamo da capo?
I problemi del governo: efficacia e velocità dell’azione; garanzia di stabilità (a questo fine nulla nuoce più di Cossiga, che dà modo all’antipolitica di agitarsi proprio perché determina nervosismo, confusione, senso di profonda instabilità). I problemi del partito: fare la guerra a Prodi in modo efficace, combattivo, intelligente. I problemi di D’Alema: non esaltare troppo i partiti come sono, metterci un po’ di cuore.
Ok la mattinata di venerdì. Si fa Sviluppo Italia con i nomi decisi, metto in cantiere incontri con Veltroni, Cossiga, costruisco un “caminetto”, parlo con Calabrese, progetto interviste di Barbieri sull’Agenzia, chiamo il nuovo consigliere diplomatico… sono iperattivo…
Martedì e mercoledì mattina siamo a Milano. Va molto bene tutto (incontro con la finanza su Internet, Borsa, Albertini) tranne la conferenza-stampa finale, in cui D’Alema fa grandi numeri di varietà con i giornalisti. Simpatica la colazione con Montanelli, De Bortoli, Di Rosa, Verdelli. D’Alema è in vena di show.
Giovedì vado a trovare Bernabei. Parliamoci chiaro, sarà anche invecchiato, ma tra ripetizioni, dimenticanze, errori si trovano sempre spunti interessanti nelle cose che dice. La tesi di fondo è quella di sempre: la massoneria inglese, che organizzò la famosa crociera del Britannia in cui si decisero le privatizzazioni, ha nelle mani il processo di globalizzazione, che vuole rafforzare dal punto di vista finanziario, essendo la borsa di Londra la più importante del mondo. L’obiettivo è ricreare l’impero britannico. In questo disegno c’è Prodi, il quale è finanziato da Ponzellini padre (industriale dei mobili), il cui figlio è vicepresidente della Bei, il cui presidente è un inglese. E così i conti tornano. La Fiat appoggia Prodi? Sì, anche loro sono legati agli inglesi, e sappi pure che Umberto è figlio di Curzio Malaparte, non del padre. Veltroni mi ha rinviato l’appuntamento a lunedì.
In un incontro tra Rossi, Minniti, Bassolino e D’Alema ci si è orientati a fare la Pennacchi presidente dell’Inps. Potrebbe rientrare Barbieri tra i sottosegretari. Stasera D’Alema va dal dentista di famiglia e di Federico, dove incontra il capo serbo Milutinovic per convincerlo a stare buono prima che sia troppo tardi. (11. continua)