Non mi convinceva, Spotify. Intrusiva, macchinosa e lacunosa (assenze musicali imbarazzanti). Così avevo disdetto l’abbonamento un paio di mesi fa, accontentandomi dei miei 17mila brani caricati su Google play. Ora Mountain View ha coperto il vuoto, e ha creato il servizio unlimited. Preso, provato, acquistato (cosa anche meno).
Google è un’altra cosa, convincetevi. Smettetela di rompere le palle a Big G.