Un vecchio diario (12)

Cresce la preoccupazione per la lista Prodi. Sabato vado con D’Alema alla conferenza dei lavoratori del  Pds, lui interviene bene, io resto impressionato dal clima che c’è tra i dirigenti di Botteghe Oscure. In particolare Burlando mi sembra un po’ bollito. Il punto sono i sondaggi difformi. C’è Weber che dà Prodi al 19%. Non so se ha ragione, ma certo è il caso di preoccuparsi. E soprattutto di reagire. Veltroni ha una linea morbida, ed anche D’Alema tende a stare calmo. Per un verso è giusto così, dato che, dopo, Prodi dovrà stare in maggioranza. Ma bisogna alzare delle difese.

Tra un’ora dovrei vedere Veltroni. Gli dirò: 1) da anni non faccio né dico alcunché contro di te, mentre tu vai dicendo in giro che Velardi parla con i giornali, etc… ; 2) sono a disposizione. Poi non so, vediamo come va il colloquio, quale è il grado di verità che lui vorrà metterci.

Ho visto Veltroni. Niente di straordinario. L’uomo  sfugge. Gli ho ribadito che non faccio niente contro di lui da anni, lui ha nicchiato, comunque ci sentiremo in caso di necessità.

Nei giorni seguenti molte chiacchiere su Prodi e la sua lista, nel frattempo D’Alema mette giù una linea sufficientemente chiara sia su questo – insieme a Veltroni, bisogna dire – sia sul resto: riforma elettorale, referendum e quantaltro. Ho la sensazione (è lunedì 8) che Prodi stia già venendo meno. Bastano poche ore e le contraddizioni diventano evidenti. Prodi vota con i cattolici sulla fecondazione assistita, Cacciari si dice contro le primarie.

Da molti giorni (è giovedì 11) si lavora, anche bene. Si fanno cose, si progettano viaggi, ieri sera siamo stati a cena con Cossiga (divertente!), domani dovrebbe andare in Cdm la riforma elettorale. Ma è come stessimo in un vuoto pneumatico. Prodi in sostanza ci fa paura. Weber continua a dire che va forte. C’è un nervosismo sotterraneo da cui solo D’Alema sembra immune. Avrà ancora una volta ragione lui?

La questione Prodi è (parzialmente) indipendente dal suo risultato elettorale o dalle iniziative politiche che possono metterlo in difficoltà. Il problema è di natura psicologica. Lui oggi è forte nelle sue argomentazioni metapolitiche (il paese va indietro, volevano riprendersi il potere, anche Veltroni esagera, basta con i giochetti dei mass-media, è cosa assolutamente diseducativa, grazie a Babbo Natale per campagna contro di me) e crea una difficoltà a D’Alema, che è il cattivo, il colpevole, quello che ha fatto fuori Prodi, etc…

D’Alema sta tenendo la conferenza-stampa dopo il Cdm di venerdì 12, nel quale ha dato il via alla riforma elettorale, e a tutto il resto. È in gran forma, e naturalmente la sua mossa, la sua accelerazione è geniale. Al momento perlomeno così appare. Vedremo in seguito. (12. continua)