Cuperlo

Sono seriamente imbarazzato. Gianni Cuperlo è una delle persone che stimo di più, nell’ambito della politica. Come ho detto in diverse occasioni, è uno dei pochissimi politici con cui puoi parlare, a tavola, di cose interessanti, perché legge libri, ama il teatro, va a cinema. (Provate ad andare a cena con un qualunque politico o con la maggior parte dei giornalisti, dei manager, dei consulenti, insomma del mondo che per lavoro capita di frequentare, almeno a me: dopo dieci minuti trascorsi insieme, vi assale la voglia di spararli/vi). In più, in privato, Gianni è capace di battute paradossali e fulminanti: in passato ci siamo molto divertiti insieme a prendere per il culo il mondo intero.

Questo per dire che ho conosciuto un Cuperlo lieve, intelligente, aperto, ironico e autoironico. Che non riconosco qui. Dove leggo parole grevi, ampollose, vuote ed autoreferenziali. E’ cambiato Cuperlo? Sono cambiato io? Era finto il Cuperlo che frequentavo? O Cuperlo finge ora, solo perché ha deciso di partecipare ad una battaglia per il potere (per il quale, per fortuna, non ha grande predisposizione)?

Con queste domande cruciali nella testa, vi lascio e me ne vado in giro per Leiden. E poi a mangiare qualcosa, in questa Olanda che è tanto bella, ma dove – salvo i formaggi – di buono da mettere sotto i denti non c’è niente.