La scuola in Carrozza

scuolaIeri la first lady (che è una brava giornalista) ha scritto un pezzo sul Corriere che provocherà danni a rilascio lento. Perché affronta in modo superficiale uno dei temi che si discute ogni giorno in ogni famiglia italiana, che crea facilmente senso comune, ma avrebbe bisogno di ben altri approfondimenti. Quando si parla di promozioni e bocciature nella scuola, non si parla solo dei parametri formali di valutazione che un sistema scolastico, di volta in volta, sceglie, ma di metri di giudizio che ogni ragazzo si ritroverà di fronte nella vita. Si parla quindi della cultura e dei valori di fondo che famiglia, scuola e società trasmettono alle nuove generazioni. (Ok, parole grosse, ma nel caso hanno davvero un senso).

Bene, nel pezzo la Carrozza (ministra, mi pare, al di sotto delle esigenze) dice: “La bocciatura? E’ utile solo in casi rari”, aggiungendo “meglio la selezione all’ingresso” e “meglio l’orientamento”. Già, ma il piccolo particolare è che, in Italia, non si fanno né selezione all’ingresso né orientamento. E quindi? Quindi della dichiarazione della Carrozza rimane, a conti fatti, solo l’affermazione che a scuola non bisogna bocciare. In un paese che mantiene il valore legale del titolo di studio (il precedente ministro Profumo sosteneva almeno a chiacchiere di volerlo abolire) e che anzi fa del pezzo di carta un feticcio da conseguire purchessia, eliminare il rischio-bocciatura vuol dire: a) disincentivare il merito, quindi appiattire verso il basso l’intero sistema; b) non trasmettere ai ragazzi l’idea che le cose si ottengono facendosi il mazzo, sforzandosi, studiando; c) demotivare e delegittimare ulteriormente gli insegnanti, togliendo loro un’arma di una qualche efficacia, sia pure in casi estremi; d) incoraggiare i genitori stupidi a protestare se qualche residuo insegnante rigoroso chiederà agli studenti impegno e sacrificio. Eccetera.

Insomma, un ulteriore passo verso il declino non reversibile del paese. Già testimoniato da venti anni di stagnazione, con queste sciocchezze ce lo garantiamo per i prossimi venti. La scuola pubblica sarà sempre più dequalificata. I ricchi potranno scegliere, i poveri no. Gli studenti bravi andranno via, i mediocri resteranno. Per la gioia di una classe politica che continuerà a poter ricattare un popolo di deboli e di ignoranti.