Fastidio

Ecco, a me questo Renzi che l’altro giorno dice: “Il mio programma è la Costituzione”, echeggiando “la più bella del mondo” di B&B (Benigni e Bersani), e ieri fa l’elogio di Enrico Moretti (“La nuova geografia del lavoro”, uno dei libri più intelligenti e stimolanti degli ultimi tempi), comincia a non interessare più. Non è questione di essergli contro o a favore. Io l’ho sostenuto dal primo momento, mi ha appassionato la sua freschezza, ho visto nella rottamazione (parola d’ordine stupidamente abbandonata) qualcosa di più della liquidazione di vecchi dirigenti, mi è piaciuto il suo profilo di combattente sfrontato e solitario, il suo andare controcorrente.

Ora la corrente è lui, al punto che ora sono i suoi residui avversari interni a definirsi “controcorrente”. Tutti gli buttano le braccia al collo, dal più vecchio dei vecchi dirigenti democristiani di terza fascia al più vecchio dei vecchi militanti comunisti delle feste dell’Unità. E lui danza con inconsistente leggerezza sugli uni e sugli altri, regalando slogan, personali pantheon e citazioni a seconda dei pubblici che ha di fronte. Tanto sa che nessuno può scegliere al suo posto la cupa deriva dei giovani vecchi che gareggiano a mettersi in bella mostra presso il popolo delle feste (“Renzi è di sinistra, ma io di più”, che dolore queste sciocchezze, Gianni…). E così si consente di dire la qualunque.

Ma non esagerare, ragazzo. Tieniti “la più bella del mondo”, e accompagnerai il declino italiano come uno dei tanti giullari politici del nostro tempo. Scegli Enrico Moretti, e darai a questo paese un’ultima chance. Se cerchi di tenere insieme le due cose, non stupisci, ma – più semplicemente –  infastidisci.