Il punto è che alla Leopolda di quest’anno manca la notizia. Hai voglia a mettere la Vespa sul palchetto e a parlare nel microfono vintage, hai voglia a far intervenire Cucinelli e Guerra che fanno a gara a dipingere il capitalismo virtuoso. Neppure Serra il finanziere – malgrado sia più urticante e se la prenda con i pensionati – fa notizia. E neppure Epifani, che ricostruisce il ventennio trascorso dimenticando di prendersela con se medesimo, segretario della Cgil.
Non c’è notizia perché non ci sono novità, non c’è più scandalo, non c’è rottura. In sala si fanno bei discorsetti: compitini puliti di studenti diligenti. Fuori si fanno i conti dei primi congressi di sezione (pardon, di circolo) che non vanno granché, si discute di come le truppe si dividono e si riorganizzano. Il vero spettro è il riciclaggio di tanti.
Non c’è notizia, e l’attesa è lunga da gestire. Durerà un mese e mezzo, poi si conteranno i voti e Matteuccio verrà messo alla prova. Non è semplice per uno come Renzi, abituato a stressare il tempo, non a gestirlo. Per questo la Leopolda non è particolarmente divertente. Me ne vado a San Frediano.