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Claudio Velardi 30 ottobre 2013 Immagine Italia, Memoria, Pd, Pdl, Politica

Fascismo

votopalese

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  1. 1
    the town marshal on 31 ottobre 2013 at 17:29
    Rispondi

    Mah, non sono molto d’accordo con Lei Velardi quando afferma che la trasparenza nella forma del voto palese la vogliono i khomeinisti, i pasdaran e i fascisti. Io trovo che la trasparenza sia una cosa molto bella e che il problema sia un altro: la libertà, nostra, e il rispetto per la libertà degli altri di dire ciò che pensano a voce alta, liberamente e a testa alta senza rischiare il collo, la lapidazione in pubblica piazza. La libertà di dissentire dalle opinioni altrui quand’anche fossero in maggioranza per il solo motivo che una minoranza dissenziente rafforza la posizione della maggioranza. Bisogna recuperare i fondamentali.

  2. 2
    paolab on 31 ottobre 2013 at 18:18
    Rispondi

    Stabilire un parallelo tra le prescrizioni di un regime autoritario e quelle che, per ventura, si ritrovano identiche in una democrazia rappresentativa al solo fine di dimostrarne il connotato negativo mi sembra, scusi caro CV, un modo estremamente scorretto di procedere. Il meccanismo è questo: poiché il voto palese era sistematicamente adottato dal fascismo (proverbialmente il male assoluto, è noto) ALLORA deve essere per forza essere sbagliato.

    Ma a parte il metodo. Lei difende una linea di principio: la sacralità dell’individuo e del suo diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero (e il proprio voto). Sacrosanto: persino la Costituzione stilata in salsa catto-comunista lo riconosce e lo salvaguarda. Però poi ogni libertà per essere mantenuta integra deve accettare il peso delle conseguenze delle proprie azioni. Non si rischia la vita né il confino in caso di disobbedienza alle direttive del partito di riferimento: al massimo la ricandidatura. Se non se ne è disposti ad accettarne il prezzo (minimo) da pagare, questo dà la misura del valore che gli si attribuisce: ben misero, se l’unico modo che si concepisce per esercitarla è quello di metterla al riparo dagli occhi del censore.

    Questa non è una battaglia per la difesa della intangibilità della libertà individuale: bensì per la difesa del singolo parlamentare di pararsi il fondo schiena.

  3. 3
    the town marshal on 1 novembre 2013 at 11:16
    Rispondi

    W la trasparenza e la libertà, ma “… ogni libertà… deve accettare il peso delle conseguenze delle proprie azioni. Non si rischia la vita né il confino in caso di disobbedienza alle direttive del partito di riferimento: al massimo la ricandidatura. Se non se ne è disposti ad accettarne il prezzo da pagare…”
    Paolab l’ha messa giù in modo più chiaro di come abbia fatto io, volevo dire proprio questo.

  4. 4
    paolab on 2 novembre 2013 at 21:34
    Rispondi

    Perdoni l’improprietà dell’intervento CV. Ma come mai non la sento indignarsi per la canea, quella sì fascista, che sta sommergendo il Ministro Severino? Forse anche lei ritiene che avrebbe fatto bene a lasciare la Ligresti impiccarsi con le stringhe delle scarpe in virtù del suo ormai scomodo nome? Forse vale anche per lei il principio che se non si puo’ intervenire per salvarli tutti allora non è opportuno intervenire solo per salvarne uno? Non è un criterio abbastanza talebano, questo? Così, tanto per capire il senso della logica che anima la veemenza dei suoi post.

    • 5
      Claudio Velardi on 3 novembre 2013 at 00:06
      Rispondi

      Ho detto la mia anche sulla Cancellieri (non la Severino), Sono sdegnato allo stesso modo

  5. 6
    paolab on 3 novembre 2013 at 00:51
    Rispondi

    Si, la Cancellieri intendevo dire. Chiedo scusa, allora. E dove l’ha detta, che me la sono persa?

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