Invecchiare

Molti anni fa una persona che conoscevo incontrò un famoso attore e regista italiano, all’indomani della sua vittoria dell’Oscar, e gli disse, con aria sentenziosa: “Sai, io e te viviamo una condizione analoga. Abbiamo intorno ai 50 anni e tutti e due forse abbiamo già realizzato la cosa più importante della nostra vita. Il problema – per te e per me – sarà gestirsi da ora in poi”.

Da quel momento il  famoso attore ha fatto solo un paio di film non particolarmente azzeccati, e fondamentalmente si è dedicato ad altro: letture dantesche in pubblico, partecipazioni a kermesse nazionalpopolari in Tv. Ha diluito le sue presenze, si è dato (piaccia o no, questo è un altro discorso) un profilo rotondo ed ecumenico, diventando un’icona del panorama dello showbiz italiano. Insomma, consapevole di aver vinto la lotteria con l’Oscar, non è praticamente più tornato sul luogo dell’assassinio.

Colui che aveva dato al famoso attore quel saggio consiglio ha fatto invece il contrario. E’ restato sul campo di battaglia cercando nuovi riconoscimenti, facendo finte autocritiche, progettando rivincite. Ed oggi mena fendenti alla cieca, colpendo l’aria con rabbia crescente.

Questa persona che conoscevo ora mi fa tristezza, perché penso che non stia invecchiando bene. Ne avrebbe il diritto, perché è una persona di valore. Ma non ha, dentro di sé, la necessaria serenità.