Dal 2001 – da quando esiste il Ministero dell’Economia e delle Finanze – un solo ministro “politico” ha occupato per 3+3 anni il palazzone di via XX settembre, anche se Giulio Tremonti potrebbe offendersi a sentirsi definire tale, data l’incommensurabile stima che ha di sé in quanto “tecnico”. Per il resto, da Siniscalco a Padoa Schioppa a Grilli a Saccomanni, si sono visti da quelle parti solo grand commis e funzionari di banca.
Tutto si spiega con il progressivo, inesorabile declino dell’Italia. Banalmente: se dal 1995 non cresci e i tuoi conti non tornano, o li metti a posto con dei politici capaci, o i tuoi danti causa europei si preoccupano e chiedono garanzie. E tu Italia gliele dai, consapevole che con la debole politica non sei in grado di far fronte.
Così metti lì gente che parla inglese, ha frequentato merchant bank e pallosissimi think tank, e può rappresentarci nei compassati e occhiuti consessi europei. Poi, quando le cose precipitano perché Siniscalco si è fatto scippare soldi da Micciché e Maroni, Padoa Schioppa l’hanno fregato Mastella e Pecoraro, e Tremonti ha fatto la voce grossa con tutti per poi reinventarsi colbertiano, a quel punto i danti causa dicono grazie può bastare, è il momento di commissariarvi. E l’asse Draghi-Napolitano-Monti assume la titolarità dell’impresa di salvare l’Italia dal disastro. Titolarità mantenuta nell’ultimo anno, semplicemente sostituendo Monti con Letta.
E ora? Il giovanotto di Firenze deve limitarsi a sostituire Letta, accucciandosi come un cagnolino ai piedi di Re Giorgio e Kaiser Mario e mettendo all’Economia l’ennesimo tecnico-che-dia-garanzie-all’Europa? Lui non vorrebbe, e ha cento volte ragione. La politica italiana può sperare di rialzare la testa solo riprendendo nelle mani il proprio destino. Renzi ha l’ambizione di farlo e vuole legittimamente guidare il governo anzitutto da via XX settembre, mettendo lì un uomo di sua fiducia. Un politico, per dire all’Europa che forse possiamo farcela con le nostre forze ed emanciparci dal commissariamento. Chiunque, indipendentemente dal giudizio che dà sulla nascita del nuovo governo, dovrebbe sostenerlo in questa battaglia.