Intervista a “Il Mattino”


imgres-2Oggi Pietro Treccagnoli mi mi ha intervistato su “il Mattino”. 

“Gioca sfruttando gli errori degli altri se non lo fermano vincerà di default”

Claudio Velardi non solo è uno spin doctor, ma è pure romanista. E ieri, con i giallorossi in campo contro la Juventus, per come è andata tutto aveva per la testa tranne che il sindaco sospeso. Attaccato alla televisione, ha seguito la partita, di rigore. Ma l’ira funesta del pelìde Luigi è un tema troppo appetitoso per chi si occupa di comunicazione politica.

Che giudizio da della campagna di comunicazione di de Magistris come sindaco sospeso?

“Si sta muovendo benissimo”.

Non mi dica che è improvvisamente diventato arancione, fuori tempo massimo?

“Non lo dica neanche per scherzo”.

E allora?

“De Magistris sta giocando ottimamente la sua partita, anche perché si giova degli errori degli avversari che hanno sbagliato tutto, fin dal primo giorno della sentenza di condanna. Lo hanno attaccato sul piano giudiziario e non su quello politico. E questo va a vantaggio del sindaco: gli consente di insistere con la parte di vittima della magistratura. Vittima, tra l’altro, di un provvedimento discutibile”.

Ritiene non si dovesse applicare la sospensione prevista dalla Legge Severino?

“Secondo me, l’applicazione, in casi del genere, potrebbe non essere automatica, perché si tratta di un reato che de Magistris non ha commesso nelle funzioni di sindaco. L’opposizione, soprattutto la sinistra, insiste, invece, su questo punto, pontificando, come ha sempre fatto, con il ditino alzato. De Magistris sta giocando con molta abilità, perché cavalca un diffuso sentimento di critica verso i magistrati che non sono più gli eroi popolari di qualche anno fa”.

Ma mica il sindaco può andare avanti a fare la vittima per diciotto mesi? Rischia di trovarsi come il famoso marziano a Roma di Ennio Flaiano.

“Non è detto. De Magistris ha davanti a se un’autostrada spianata. Fa il sindaco sospeso, lo usa come un marchio, gira per strada, ha le mani libere per dire quello che vuole. E ogni attacco che riceve è un punto a suo favore”.

In queste condizioni che cosa dovrebbe fare l’opposizione, sia di destra che di sinistra?

“Ma il nanismo dell’opposizione napoletana è clamoroso. Tranne l’isolato Gianni Lettieri, tutti pensano a sopravvivere e navigano in un mare di ambiguità. Finora nessuno ha rinfacciato al sindaco in modo chiaro e netto una verità che è sotto gli occhi di tutti”.

Cioè?

“Che Napoli è ridotta peggio, ma molto peggio, di come l’aveva lasciata Rosa Russo Iervolino”.

Che è quanto dire.

“La città vede e pensa questo. Mentre l’opposizione si attacca a cavilli di giurisprudenza. La solita via giudiziaria a ribaltone. De Magistris approfitta di questa condizione, per lui ideale, e riesce a mobilitare i suoi”.

Si riferisce al flash mob sotto Palazzo San Giacomo?

“Certo, c’erano cinquecento persone”.

Non se l’aspettava?

“Non sono pochi. Anche perché la città è stanca di de Magistris, lo fa capire in tanti modi, ma è una stanchezza che non trova sbocchi politici”.

Sembra quasi che destra e sinistra preferiscano andare avanti così, arrivare alla scadenza naturale del mandato. Visto che non ci sono candidati pronti, meglio tenersi lui.

“Non è escluso”.

Che cosa pensa del ruolo di Tommaso Sodano, il sindaco facente funzione?

“Non è politicamente significativo. Ha fatto bingo, anche se de Magistris non perde occasione per ribadire che il sindaco resta lui, sbeffeggiandolo. Un ruolo ingrato”.

Un ruolo che, però, a leggere i retroscena mai smentiti, Sodano ha voluto fortemente, impuntandosi, quando de Magistris, in extremis, stava scegliendo un vice più gradito al PD.

“Sodano è un democristiano che veste panni di comunista, gli sta bene così”.

Se de Magistris la arruolasse come proprio spin doctor che consigli darebbe?

“Continua così che vai fortissimo, vincerai di default”.

Lei davvero crede che ricandidandosi de Magistris possa vincere?

“Se dal sarcofago della città morta, dal cimitero della politica napoletana, non si alzerà nessuno, davvero c’è questa possibilità. Ma il primo che si alza, sempre che non sia uno zombie, vince facile”.

Pietro Treccagnoli, Il Mattino