Dai giornali del 23-3-2015 – Matteo Renzi alla Luiss: “Io ritengo, invece, di non essere stato bravo a comunicare quello che ho fatto. Considero ciò un errore clamoroso. Nella politica di oggi se si fa di più di quello che si comunica hai sbagliato tutto. La comunicazione, dunque, oggi è fondamentale. L’Isis comunica e noi no“.
E così c’è caduto anche Matteuccio. Come Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti, Letta. Ma anche come Blair, Obama e tutti i governanti del mondo. Colpito anche lui dalla più classica delle sindromi: non riesco a comunicare bene quello che faccio.
Va detto però che la sindrome scatta, generalmente, in circostanze diverse. Il governante se la prende con la comunicazione quando avverte il venire meno del suo feeling con l’elettorato (e non è – obiettivamente – il caso di Matteuccio). Quando, dopo le sbornie elettorali, iniziano le dure difficoltà del governo, e il governante pensa di fare ricorso alla comunicazione come nelle sue campagne. E finisce per non trovarla più. Perché la comunicazione gli si è rivoltata contro. Da un certo momento, non lo ha più seguito più a bocca aperta come un tempo, quando era affascinata da ogni sua minchiata, e ora comincia a guardarsi in giro, pronta ad un nuovo innamoramento. E’ così, la comunicazione, non c’è niente da fare. E’ una brutta bestia, non si fa governare da nessuno. Ti illude, ti inebria, poi ti abbandona.
A quel punto, come un bambino, il governante si mette a piangere, si lamenta, impreca. Se è intelligente, dopo un po’ capisce la lezione, fa autocritica, si inabissa a lavorare sodo, cerca nuove modalità comunicative. Se lo è meno, perde ogni lucidità e comincia a sparare all’impazzata in ogni direzione, come un amante tradito. Tipicamente, in questa fase, il governante meno dotato minaccia querele (che di solito non mette in pratica) e grida a complotti in atto (senza spiegare dove sono i responsabili).
(Ma la comunicazione è una brutta bestia per chiunque, anche per chi si oppone al governante. Per esempio, se chi si oppone alle fesserie del governante non distingue gli atti più gravi da quelli meno importanti, se contrasta pregiudizialmente il governante anche quando gli capita di fare una cosa buona, se non pesa le parole modulandone la gravità, beh a a quel punto la comunicazione finisce per abbandonare l’oppositore prima ancora di innamorarsene!).
E se tutto questo non capita? Se la comunicazione continua a (in)seguire il governante come un cagnolino? Allora vuol dire che il governante è bravo, non che la comunicazione è serva.
E se poi il governante è tanto furbo da dire che non riesce a comunicare malgrado per la comunicazione sia sempre, costantemente al centro della scena, qualunque cosa il governante medesimo faccia? Allora, in questo caso abbastanza unico, il governante si chiama Matteo Renzi.