Non sopporto i convegni: la mia soglia di attenzione è bassissima e sono allergico alle parole degli altri (immagino giustamente ricambiato, quando parlo io). Quello di stamattina è annunciato per le 10 e comincia alle 11, nell’Aula Magna dello splendido complesso che ci ospita manca il wifi e i microfoni funzionano malissimo (provate ad immaginare in quale città ci troviamo). Sono costretto ad ascoltare il capo di tutti gli accademici d’Italia che cataloga l’oggetto del convegno (Pino Daniele) dentro 7 parole enfatiche e onnicomprensive (si va da trasparenza a pazienza, passando per Mediterraneo e equilibrio. Boh…), e poi il bravo giornalista che, tra applausi scroscianti, conclude pensoso: “Napoli non ha capito Pino”. Mezz’ora di banalità più l’ora di attesa, che mi sciroppo aspettando il mio amico, che mi ricambia della pazienza. E ci dice della grandezza di Daniele spiegando quali sono le origini di questo brano. Le trovate qui. E qui. Ascoltate bene.
(che poi Norvegian Wood non è di Paul, ma di John. Errore grave)