“Un perditempo, un giocatore d’azzardo, un dilettante”. Non c’era bisogno del sussiegoso consesso dell’Eurogruppo per trinciare giudizi definitivi sul vanesio Varoufakis. Bastava scorrere la modesta produzione scientifica dell’economista, leggere qualche sua intervista e vederlo in azione dal giorno del suo arrivo al governo della nazione-dei-barbieri-pensionati-a-50-anni.
Ma ora è il momento di difenderlo, il bel tenebroso. Perché è vergognoso che degli azzimati signori, che da anni non riescono a portare l’Europa fuori dal pantano, facciano la voce grossa solo con questo poverino, e in modo così volgare. Impongano il rispetto delle regole alla Grecia, d’accordo, ma senza fare gli sboroni. E si occupino di più e meglio della crescita dell’area che governano, che (giusto per ricordare) è ancora una grande potenza industriale, ha un Pil maggiore di quello Usa e rappresenta il 20% dell’import-export mondiale. Altro che il povero Varou.