#MettiallaBoschi

Matteo,

la polvere delle sciocchezze postvoto si è diradata, dopo l’ennesima, grottesca carovana di sondaggi, exit polls, proiezioni, maratone elettorali, commenti e dichiarazioni farlocche. I dati reali dicono che continua l’erosione dell’elettorato del M5S, che il centrodestra non ha leadership ma resta competitivo, e che il tuo Pd è sempre maggioritario. Avessi fatto fare subito due conti (quelli che ha fatto ieri Vassallo),  invece di mandare in Tv degli educati morticini, questa verità poteva venire fuori prima.

Detto questo, le elezioni hanno ribadito una cosa nota da tempo:  il problema più serio che hai è la costruzione di una nuova, diffusa classe dirigente. Hai cominciato la tua galoppata con un gruppetto di amici, ora ti ritrovi a comandare partito e paese: non potrai resistere a lungo se non allarghi il giro, se non promuovi, se non deleghi. Te lo dicono in tanti, lo sai; è la critica più serrata, ma anche sincera, che ti viene rivolta. Tu non ti fidi, e ti capisco pure: perché credi che nessuno sia sveglio e intelligente come te, e perché un politico non si fida per principio di vita.

Capisco anche che il principio elementare e di buon senso che ti guida è il seguente: se devo rivoltare il paese come un calzino, bisogna procedere per cerchi concentrici, stabilendo delle priorità. Blindare il cerchio più ristretto e poi procedere per gradi, senza sguarnire il ristretto quartier generale. Ma così, per arrivare in periferia, impiegherai una vita. E l’anno prossimo votano Milano, Napoli, Bologna, Torino.

Dicono le gazzette che ora hai intenzione di dare uno sguardo al partito. Leggo elenchi di morticini che potrebbero sostituire il buon Guerini. Lascia perdere. Se i nomi sono quelli tieniti quello che c’è.

Prova invece a fare un ragionamento diverso. Sulla struttura-partito tu hai due strade davanti. La prima è buttare via il vecchio arnese, utilizzarlo solo per prendere per il culo la minoranza in direzione e nel frattempo costruire altro: strutture parallele sul territorio, comitati elettorali. Ma temo che alla fine – quando si tratterà di decidere – ti troverai sempre di fronte qualche statuto del cazzo, norme da rispettare, procedure bizantine. E finirai impantanto dentro la vecchia struttura e le solite mediazioni.

Oppure hai un’altra strada. Quella di mettere il partito nelle mani della persona più capace della tua squadra. Una tosta e anche mediatrice, autorevole ma paziente, tenace e combattiva: la MEB. Con compiti di gestione fino al 2017, e poi eletta alla segreteria nel congresso, con un patto che vi porterà a correre nel 2018. Tu da premier, lei a capo di un partito che avrà avuto tempo per rifare dalle fondamenta. (Il prosieguo del racconto è che – come hai detto – tu nel 2023 vai a goderti la vita, e la MEB la facciamo premier…).