Il voto greco

Pensavo vincesse il sì: l’ho detto stamattina e da ore vengo sufficientemente sbeffeggiato in rete, come è giusto. Sul piano dei numeri, credevo che l’equilibrio dei sondaggi referendari si spostasse nella realtà a favore dei sì, considerato che tutte le indagini indicavano una persistente e convinta adesione dei greci alla prospettiva europea. Sul piano politico, evidentemente non avevo alcuna percezione della sintonia ancora viva tra la maggior parte dei greci e il leader che solo sei mesi fa aveva vinto le elezioni politiche nazionali. Siccome il mio cervello – ancorché difettoso – continua a funzionare, ora penso che bisogna prendere atto di quanto è accaduto, non prendere posizioni inutilmente muscolari e cercare un accordo. Far precipitare le cose non significherebbe lasciare la Grecia al suo destino, ma creare i presupposti della dissoluzione dell’Europa. E’ il caso che i governanti vi riflettano sul serio. Tsipras ha giocato una partita politica rischiosa e l’ha vinta. La Merkel e gli altri devono capire la lezione, non cercare rivalse e ragionare in grande.