Il Mezzogiorno, il giorno dopo.

Come prevedibile, stamattina tutti si sono risvegliati dal lungo torpore, strappandosi i capelli per la grecizzazione del Sud denunciata dalla Svimez. Qui sotto, anche io do il mio contributo alle cazzate di giornata, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Per fortuna sono in ottima compagnia. Alla lotteria dei settori da scegliere per il rilancio del grande malato, Giannola, presidente della Svimez, dice a Radio24: “Bisogna investire sulla logistica e sulle energie alternative…”. Carlo Borgomeo sulla Stampa sceglie invece scuola, agroalimentare e ricerca. Taddei sul Mattino richiama l’eccellenza del sistema biomedicale in Puglia. Emiliano su Repubblica ci ricorda che, sempre in Puglia, si fa non so dove una carlinga in carbonio. E così via.

Ce n’è per tutti i gusti, come vedete, ma con una certezza che si rafforza. Le ricette di chi si occupa d’ufficio di Mezzogiorno ne spiegano ampiamente il disastro: un disastro concettuale, fatto di luoghi comuni, di analisi vecchie e pigre, di mancanza di coraggio e di spirito innovativo.

Si distingue, devo dire, Demarco sul Corriere della Sera, che almeno mette a fuoco un tema politico di sostanza: chi deve decidere sul Sud, il centro o la periferia? Fino ad oggi centro e periferia hanno deciso insieme. Il centro ha generosamente finanziato la politica meridionale, ricevendo in cambio consenso e pace sociale. Questa strategia ha dato i risultati noti: divario crescente, classi dirigenti più che mediocri, elettori incoraggiati a premiare il clientelismo, non la progettualità. Almeno sul bisogno di una centralizzazione delle politiche per il Sud e sull’interruzione dello scandaloso flusso di risorse a pioggia si potrebbe essere d’accordo. Poi vedremo se conviene sviluppare il turismo o l’acciaio, fare la banda larga o le energie alternative. Ma comunque sulla base di una strategia nazionale, governata da una tecnostruttura scollegata dalle fameliche esigenze delle macchine politiche.

Temo invece che finirà come chiede a gran voce che finisca il prode Emiliano: “Le politiche per il Sud si fanno con noi del Sud”. Traduzione: continuate a darci i soldi, ce la vediamo noi. In attesa del prossimo rapporto Svimez.Schermata 2015-07-31 alle 10.00.14