“… Questa storia non l’abbiamo saputa custodire. Perché volevamo la luna? O perché non l’abbiamo voluta abbastanza? Non lo so…”. La frase – pronunciata al funerale di Pietro Ingrao da Alfredo Reichlin, vecchio maestro di retorica – è bella, evocativa e commovente. Ma è tremenda. Perché descrive perfettamente proprio le ragioni del fallimento di quella storia che, secondo Reichlin, non è stata abbastanza custodita. Ma che cosa c’era da custodire, se questa luna non sapevamo neppure se volerla oppure no, e come riuscire a raggiungerla, e a quali condizioni, e con quali strumenti, e con quali tappe di avvicinamento, e insieme a chi? Non sapevamo nulla, Alfredo. Anzi, voi non ci facevate sapere nulla: tu, Ingrao e Napolitano e Berlinguer e tutti gli altri. Perché voi, in realtà, una luna la conoscevate e la frequentavate. Oscura e cupa, lì verso Est. Tornavate e non ce ne parlavate, dicevate “non è quella la nostra luna, noi ne cerchiamo un’altra”. La luna inesistente del “non lo so…”, ha confessato ieri il candido Alfredo.
The dark side of the moon
