Parto da una questione microscopica ma significativa. Stamattina il Fatto fa due paginate di apertura contro “Scegli il peggior titolo di giornale”, gioco lanciato in questi giorni alla Leopolda. In uno dei pezzi mi cita (“Addirittura è critico anche Velardi, ex etc…, spesso su posizioni molto renziane”), e poi in un box riporta il mio post sul tema. Ma lo fa con tanti omissis, come quelli che coprivano una volta – prima che Renzi li desecretasse – diversi indicibili segreti di Stato. Mancano, nel post copiato e incollato sul giornale, le mie considerazioni sul valore politico dell’assemblea, sul suo pubblico attento e partecipe, sul grado di consenso che a mio avviso il governo mantiene, etc… (il post intero è qui). In sostanza, il Fatto prende la parte del post che gli interessa e ne stravolge il senso complessivo. “Estrapola”, come si dice.
Va bene così, intendiamoci. Non do lezioni di giornalismo a nessuno (nel senso che lo reputo tempo perso), continuo a pensare che il gioco della Leopolda è stato sbagliato, “fesso e un po’ di regime”, e continuerò a dire quello che mi pare di Renzi e di chiunque altro, perché non appartengo da molto tempo a nessuna parrocchia. Però, certo, non sarebbe male cominciare a fare informazione un po’ più corretta e meno faziosa, rispettando elementari principi deontologici, etc…
Detto questo, torno sulla Leopolda perché i giornali di stamattina mi confermano nell’idea che la sua gestione è stata sbagliata. Non è questione in senso stretto di format, anche se due giorni di dibbbattito (peraltro finto, senza una voce che fosse una di riflessione o addirittura critica) proprio non si reggono, nel secolo XXI. La questione riguarda una tardiva e pigra gestione dei tempi politici. La Leopolda è un evento che, da quando è nata – come ho scritto e ribadisco -, “fa l’agenda”. Era chiaro a tutti già dall’altro ieri che la questione banche avrebbe tenuto banco, diciamo così. Era proprio necessario farla crescere, dilatando i tempi della “controffensiva” (che immagino/spero Renzi lancerà tra qualche ora), creando nervosismo, alimentando sospetti, dando una complessiva sensazione di incertezza? Non sarebbe stato meglio correggere in corso d’opera l’apertura di venerdì sera, prendere il toro per le corna (e magari Saviano a schiaffi), dire perché si è fatto non bene ma benissimo sul tema-banche e che la Boschi è solo vittima di un attacco vergognoso? Io penso di sì.
E penso, per concludere, che se non si è fatto è perché stanno venendo al pettine diversi nodi da sciogliere. Il governo sta lavorando bene, come si è – giustamente – detto in questi giorni: proceda. Una nuova classe dirigente sta nascendo, ma bisogna accelerarne i tempi di costruzione e di lancio pieno sulla scena. Per questo dovrebbe servire un partito che forma e seleziona; ma il Pd si manifesta solo nelle insopportabili manfrine interne. La Leopolda può continuare ad essere una leva importante del cambiamento, ma deve maturare. Non può morire, non avrebbe senso. Non è più la stessa, rispetto agli inizi eroici. Deve trovare una collocazione, un nuovo ubi consistam. Come tutto il firmamento renziano, che deve darsi degli assetti che corrispondano alle crescenti e articolate responsabilità che ha di fronte. Non si può dipendere più solo dalla indubbia genialità di Matteuccio.