Piccolo divertissement – durante un viaggio in treno con pessima connessione (mannaggia a Trenitalia) – giusto per mostrarvi di che pasta sono i media, e quanto facilmente la gente cada nei tranelli. Il sito di Repubblica carica questo video con il titolo: “Renzi dà la mano a Harald V ma il re di Norvegia non ricambia”. Nei 12 secondi di ripresa si vede Renzi tendere la mano al sovrano e lui che – effettivamente – non ricambia. La didascalia del video dice che Renzi è venuto meno al protocollo, secondo il quale deve essere il re per primo a porgere la mano. Seguono – al momento – più di 150 commenti, seri, ironici, incazzati, sarcastici, più o meno distribuiti: molti criticano le regole parruccone della vecchia istituzione monarchica, parecchi discettano su quale regola-base dovesse valere nella circostanza, se quella del paese ospite o di quello ospitante, altri – toh! – ce l’hanno con Renzi per principio.
Lo stesso video, ma integrale (dura 2’25”), è sulla home del Corriere.it. Parte dal momento in cui re e consorte scendono dall’auto, all’arrivo a palazzo Chigi. Renzi li accoglie, tende la mano, il re (faccia aperta e bonaria) si apre ad un largo sorriso e ricambia. Stessa scena con la regina. Alla faccia di tutti i (presunti?) protocolli. Nessun incidente, nessuna gaffe. Forse la seconda stretta di mano, quella immortalata nella maliziosa istantanea conclusiva, non era prevista, o forse il re se ne era scordato, o forse se ne era scordato Renzi. Tutto qua. Però foto sulla home del sito e titolo sono simili a quelli di Repubblica(“Renzi porge la mano a re Harald di Norvegia ma l’attesa è vana”). Un capolavoro di umorismo, dato che il video del Corriere si apre proprio con il cordiale saluto dei due. Verificate, se avete qualche minuto da perdere.
Spesso vengo accusato di essere troppo severo con i media. Anche mia moglie, quando mi dà una notizia e io le rispondo di default “guarda che non è vera”, mi rimbecca dicendo “ma non è possibile, sei esagerato”. E’ che, bazzicandoli da alcuni decenni, conosco i media. Sono letteralmente strutturati per esagerare, deformare, manipolare, inventare. E lo fanno con le cazzate, come con le cose serie. In questo senso sono piuttosto democratici.