Countdown

Faccio una specie di stupida scommessa con me stesso e una provocazione verso chi mi segue con costanza indomita: vediamo se riesco a scrivere ogni giorno qualcosa di sensato sulla campagna referendaria, da qui al voto. 50 giorni sono tanti, di referendum sono piene le cronache già da mesi, chissà che cosa si inventeranno politici e giornali per non ripetersi. E che cosa dovrò inventarmi io.

Intanto, per cominciare: da qui al voto ci sono la legge di stabilità e le elezioni americane, che allenteranno un po’ l’ossessione referendaria. Meno male. Poi altri eventi arriveranno a fare le prime pagine, speriamo non cose brutte. Il punto è che il sistema politico-mediatico non può reggere concentrandosi per mesi e mesi su un unico argomento. Sono i cittadini, giustamente, a non volerne sapere. Come ha detto uno che se ne intende, il vecchio B., la gente comincerà ad occuparsi di referendum 20 giorni prima del voto.

Di qui un piccolo consiglio a tutti (un po’ di più ai miei amici del sì). D’accordo, diamoci da fare con iniziative, parlando con la gente, costruendo comitati (e anche sul web, purché vengano da tutti emarginati i micidiali Napalm51). Ma tenendo presente che la strada è lunga, bisogna avere fiato. Una buona parte degli elettori deciderà la mattina del 4 dicembre, nel tragitto dalla casa al seggio (non è un’esagerazione, lo dicono studi approfonditi!).