La vera campagna elettorale di Matteo Renzi è cominciata ieri, con la mobilitazione della fanteria in piazza; continuerà la prossima settimana, quando il rito iniziatico della Leopolda rimotiverà le sue truppe scelte; si svilupperà con il salto di qualità che ha annunciato dal palco. Basta web, andiamo a prenderli a casa, gli elettori. O, più civilmente, invitiamoli a cena a casa nostra.
Ogni sacrosanto giorno che passa, in particolare da quando mi sono inflitto la condanna del countdown quotidiano, mi chiedo quali effetti produce il nostro smanettamento referendario h.24. Certamente ne produce di ottimi: le informazioni circolano, le relazioni crescono, si creano comunità, si mettono a fuoco temi, si comprendono e si contrastano quelli degli avversari, circolano video, nascono slogan. Il risultato è che si rafforzano le nostre convinzioni. Ma pure – amici miei – quelle dei nostri avversari. Perché – soprattutto in un’occasione plasticamente divisiva come un referendum, e tanto importante – lo scontro in rete si radicalizza in un amen: dalle posizioni sui problemi si passa ai giudizi sulle persone e alla disanima delle biografie, alle rivendicazioni di coerenza, alle accuse di tradimento e di collusione, infine agli insulti. E il web diventa il gigantesco teatro di guerra di eserciti irragionevoli e faziosi. Mentre una maggioranza silenziosa, online e nelle strade, assiste allo scontro e nessuno sa che cosa pensa.
Naturalmente la questione non è – intendiamoci bene – abbandonare la rete, che è l’ambiente in cui tutti sguazziamo. O sminuire la sua importanza nel creare flussi di opinione. Il punto è utilizzarla in modo intelligente. Capire quando, come e dove mirare per fare breccia. Intercettare coloro che davvero vogliono capire, approfondire, farsi un’idea. Ma poi schivare la rappresentazione, abbandonare a se stessi i rissosi, evitare autoincensamenti (come siamo bravi, #avantitutta #bastaunsì, Sììììììììì, etc…) e condanne (siete vecchi, tu stai con De Mita, allora vuoi i cinquestelle, etc…).
Insomma, utilizzate il tempo in rete nella maniera giusta. Poi fate quello che vi ha detto Renzi: invitate la gente a casa. E scoprirete cose che non immaginate. Fuori dalla giungla, i leoni del web vi sembreranno degli agnellini: incerti e pieni di dubbi, come tutti noi. Quelli che non sanno di Senato e titolo V – che sono la maggioranza – scoprirete che in realtà ne sanno più di ognuno di noi di tante cose. Perché non dimenticate che, al di là della rete (e del referendum), è lì fuori che c’è la vita.