La soggezione psicologica del Sì 

In democrazia tutto è possibile. Anche che il referendum del 4 dicembre, che da mesi e mesi calamita l’attenzione pubblica, venga spostato all’ultimo momento. Così funziona la divisione dei poteri: un cittadino presenta un ricorso contro l'”eterogeneità” dei quesiti referendari; un Tribunale valuta se il ricorso è fondato; nel caso lo ritenga, il voto slitta. Questo può accadere nei prossimi giorni.

Però, nel nostro caso, il cittadino ricorrente, Valerio Onida, è non solo un Presidente emerito della Corte Costituzionale, ma anche un importante esponente del No, animatore di Comitati, protagonista del dibattito referendario. Si può quindi immaginare, senza nulla togliere alla fondatezza giuridica del ricorso, che il buon Onida conti sul suo accoglimento per rinviare il voto ed evitare una sconfitta del No il prossimo 4 dicembre.

Un’illazione maligna? Può darsi. Ma in una campagna elettorale ci sta che diventi argomento polemico. Ci sta che qualcuno dica a Onida: “Ma ti rendi conto? Con il tuo ricorso rischi di fermare la macchina organizzativa del voto (con il relativo spreco di risorse), di ribaltare l’agenda del paese da mesi proiettata sul voto referendario… è una cosa concepibile?… vuol dire proprio che il No ha una paura fottuta di perderlo, questo referendum”.

Qualche esponente del Sì ha detto una cosa del genere, magari urlando al tentativo di scippo del voto, al ricorso a mezzucci contro l’espressione della volontà popolare? Non poteva farlo, naturalmente, il Presidente del Consiglio, che ha il dovere, in un caso del genere, di tenersi fuori da ogni polemica (infatti ha detto “il rinvio è una boutade giornalistica”), ed è peraltro comprensibilmente impegnato a tempo pieno sul fronte terremoto. Ma dal suo esercito ci si poteva aspettare che almeno qualcuno sollevasse il tema. Invece niente: al contrario, dal fronte del Sì, si levano addirittura flebili voci favorevoli al rinvio del voto. Mentre il grosso tace. Per prudenza, per viltà, per paura?

Il paradosso è che ancora ieri sera l’ultimo sondaggio de la7 dà un lieve vantaggio del No, con una tendenza al recupero del Sì. Che può vincere, e anche bene, ma solo se si scrolla di dosso questa grave soggezione psicologica. Per dirla con parole semplici, bisogna essere più cattivi e determinati. Amici, tirate fuori le palle.