Il Mostro

Che la folla vociante del “fuori fuori” non sia mai esistita. Che sia stato un solo signore pelato di Maratea (definito da chi lo conosce “il Paolini della Basilicata”, per il suo teatrale presenzialismo) a urlare “cacciali fuori” e poi a insistere sul tema. Che Renzi abbia risposto al signore “qui non cacciamo nessuno”. Tutto questo non interessa a Bersani, Speranza e agli altri che stamattina versano quintalate di lacrime sull’accaduto e giocano a fare i martiri.

Il punto, amici miei, – e lo dico seriamente – è che hanno ragione loro. Perché la comunicazione è un mostro, anzi il Mostro, e quando i suoi micidiali meccanismi si innescano, non puoi fermarli.  Furbi (in malafede, certo, ma tant’è…) Bersani e Speranza a sfruttare il caso. Inutile, purtroppo, intestardirsi per ristabilire la verità.

So che non vi piace questo discorso. So che giudicate vergognoso e immorale il comportamento dei giornali e dei politici che speculano. E che alla verità ci tenete. Ma dovete rassegnarvi e attrezzarvi di conseguenza. Non dicendo bugie e comportandovi come loro, ma cercando di cavalcare e domare il Mostro, almeno nei limiti del possibile.

Per esempio provando sempre ad immaginare il dopo, non lavorando solo sul prima o sul durante. Cioè non esaltandoci per il funzionamento e la bellezza di un evento, di un nostro atto comunicativo, ma cercando di prevedere che cosa provocherà, quale sarà la sua ricaduta sui media, ai quali bisogna sempre dare qualcosa in pasto. Perché il Mostro deve essere alimentato, vuole carne fresca e sangue. E, nei giorni scorsi, non gli potevano bastare il ritorno di Richetti, i sorrisi tra Agnese e la Boschi, gli interventi di Cucinelli e Farinetti. Delle tante cose belle della Leopolda il Mostro non aveva che farsene. Lui va in cerca di teatri di guerra, ha bisogno di duelli cruenti, vuole il Nemico a tutti i costi. E quando non ce l’ha, se l’inventa. Proprio come è accaduto nelle scorse ore.

Dunque archiviamo la bella pagina della Leopolda sapendo che a casa è tornato un esercito più motivato che mai e ricordiamoci che nei prossimi 26 giorni cammineremo sulle uova. Non dovremo sbagliare un colpo. Essere non solo più bravi e capaci, ma anche più furbi degli altri.

PS. E togliamoci dalle palle il tizio di Maratea.