Anche il 5 dicembre sorgerà il sole

Lo so, pensiamo di avere tutte le ragioni del mondo a sostenere la riforma, in tantissimi ci stiamo mobilitando per questo referendum come non ci accadeva da anni, ci sembra impossibile che qualcuno possa pensare di votare No. Ma l’eccesso di passione e convinzione può farci commettere degli errori.

Per esempio a volte rischiamo di apparire arroganti, detentori di verità indiscutibili, messia del Paradiso post-referendum in terra. Mentre il Sì – come è ovvio che sia – non ci consegnerà certezze immediate, l’Italia non cambierà in automatico il 5 dicembre. La riforma, come ogni novità, andrà verificata, applicata, metabolizzata, perché creerà degli scossoni in un sistema oggi paralizzato in ogni sua parte, perché le cose nuove (il nuovo Senato, il nuovo titolo V) dovremo sperimentarle, perché altre riforme andranno aggiunte per via ordinaria. E perché, in fondo, sarà sempre il mondo che gira a decidere il destino dell’Italia. Ecco, queste sono cose da dire, se non vogliamo opporre allo schematismo irragionevole dei No delle parallele, aprioristiche dichiarazioni di fede.

Per esempio a volte (o forse spesso) tendiamo a vedere negli argomenti degli avversari solo la contrarietà preconcetta, il rifiuto ideologico, la difesa di piccoli interessi o privilegi, quando non la malafede. Mentre dobbiamo sapere che anche le più clamorose falsità che corrono dentro il No possono attecchire perché trovano un terreno fertile in errori passati, hanno dei fondamenti reali o verosimili, degli appigli su cui lavorare. E vanno quindi contrastate con argomenti pacati e solidi, non con  alzate di spalle; armandoci di pazienza, non rispondendo colpo su colpo fino allo sfinimento. Per vincere bisogna mettersi nei panni degli altri, imparare a vedere il mondo con i loro occhi. Solo così potremo rompere il muro delle diffidenze.

Per esempio a volte (molte volte) sembriamo divorati dalla preoccupazione e dall’ansia, come se il 4 dicembre fosse il giorno dell’Apocalisse. Quand’anche lo pensassimo (e non vi nascondo che io a volte ci arrivo vicino) non c’è cosa più sbagliata che darlo a vedere. Il Sì deve presentarsi come una forza tranquilla, armata di ragionevoli convinzioni, pronta ad accettare ogni verdetto. Il che non vuol dire affatto sminuire la portata dell’appuntamento; significa solo non caricarlo oltremodo sulle spalle degli elettori. Gli italiani sono in grado di fare la scelta giusta senza sentirsi addosso il peso di giudizi preventivi, politici o addirittura morali. E ricordiamoci che, in ogni caso, anche il 5 dicembre sorgerà il sole.