Consigli di Stato e Tar e magistrature varie bloccano tutte le riforme che possono. Le province e il CNEL si riorganizzano. I sindacalisti esultano perché nella scuola tornano centrali gli insegnanti: degli studenti e della qualità formativa possiamo fottercene. Sul lavoro lotta dura al Jobs Act e ai voucher: si torna all’art.18 e al lavoro nero. Rampantissimi ideologi della sinistra (Bersani-D’Alema) imprecano contro la “globalizzazione selvaggia”, dichiarano chiusa la fase del “giovanilismo futurista”, della rottamazione e del blairismo rimasticato.
Nel 2017 vorrei che la cupissima restaurazione in atto si arresti. E che qualcuno torni a parlare il linguaggio della modernità, del progresso, della società aperta, del futuro. Ma temo che l’obiettivo sia troppo ambizioso. Per ora, forse, bisogna stare sottocoperta e aspettare che le vecchie decrepite consorterie consumino le loro vendette. Buon anno comunque. Godiamocelo pensando che il mondo è più grande e bello dell’Italietta in cui siamo tornati a vivere.