I grillini stanno entrando – non so quanto consapevolmente – nel più classico dei loop senza vie d’uscita: la comunicazione dei risultati di un’attività di governo. Sono partiti ieri da una conferenza stampa per elencare i 43 successi della giunta Raggi, che dopo qualche ora sono diventati 91 sul blog di Grillo. Hanno annunciato in contemporanea l’apertura di un sito ad hoc, che descriverà le mirabilie delle amministrazioni locali a cinque stelle. Siate certi che, entro poco tempo, arriveranno le lamentazioni di rito: “Noi facciamo le cose, ve lo diciamo ma nessuno ne parla”. Prima di approdare alla conclusione scontata, penosamente autocritica, successiva alle prime sconfitte: “Non siamo riusciti a comunicare bene le cose fatte”.
E’ impressionante la somiglianza – almeno dell’avvio di questo percorso – con precedenti esperienze a forte impatto comunicativo, da Berlusconi a Renzi. Anche loro – da postazioni di governo – hanno cercato di mettere in piedi delle macchine positive, nel caso di Renzi proprio con le stesse modalità (elenchi numerici di provvedimenti, siti ad hoc). Ed entrambi hanno fallito. Così come – va detto – falliscono quasi tutti i governanti che si giovano di una comunicazione molto forte “in ascesa”, successivamente smentita dalla grigia e contraddittoria banalità dell’amministrazione del quotidiano.
La verità è che ancora nessuno ha trovato una formula comunicativa adeguata per far fronte alla disillusione della gestione che subentra agli entusiasmi delle vittorie. Da questo punto di vista, fa sorridere che anche il trio Casaleggio-Grillo-Casalino, più avanti di chiunque altro in spregiudicatezza comunicativa, sia costretto a fare ricorso alle tecniche più banali di propaganda per far fronte alle prime vere difficoltà. L’unica conclusione possibile è che si dimostra – una volta di più – che la comunicazione non si lascia governare. Più la utilizzi massicciamente con il vento a favore, più finisci per arenarti quando cambia la corrente. Meglio usarla sempre con parsimonia: modesto consiglio che vale per tutti.