Il mio intervento alla conferenza programmatica del Pd

Cari amici, sono qui solo per raccontarvi una piccola, insignificante storiella. Provate per un attimo ad ascoltare.

Da docente del Master in Relazioni Istituzionali della Luiss Business School, quest’anno ho coordinato un gruppo di studenti nella creazione di un laboratorio di ricerca, che si è dato l’obiettivo di analizzare i bias comunicativi che intervengono nel rapporto tra  le infrastrutture energetiche ed i territori. Detta altrimenti: volevamo capire perché si manifestano tanti ostacoli – diffidenza delle popolazioni, opposizioni degli Enti locali, movimenti più o meno spontanei di protesta – ogni qualvolta si pensa di far nascere un’impresa, nella fattispecie energetica, in qualunque parte d’Italia.

I ragazzi hanno messo a fuoco alcune regioni dove questi problemi sembrano particolarmente acuti, e si sono messi al lavoro. Prima svolgendo un’attenta analisi desk, prendendo in esame i quotidiani locali, facendo un accurato monitoraggio istituzionale, individuando folte liste di stakeholders e influencers. Poi sono passati alla pratica, al project field, catapultandosi nelle diverse regioni per cogliere dal vivo opinioni e umori di coloro che avevano individuato come interlocutori interessanti. Incontrando non solo quelli che pesano nel dibattito pubblico ma anche i decisori ultimi, i politici.

La full immersion nei territori si è svolta proprio in questi giorni. Una prima prova professionale per affrontare nel modo giusto il complesso mondo delle relazioni istituzionali. Ma anche una bella esperienza umana per questi 24/28enni, impegnati per ore in incontri one-to-one con esponenti istituzionali di rilievo, attivisti determinati, dirigenti aziendali, funzionari delle pubbliche amministrazioni. Un racconto fatto anche di treni in ritardo, incontri slittati, piogge indesiderate, letti scomodi e mal di schiena fulminanti, che i ragazzi –  ovviamente – condividono minuto per minuto su un gruppo whatsapp.

E’ sbirciando nel gruppo che ho scoperto una cosa bizzarra. Gli studenti hanno trovato generalmente interlocutori gentili, pronti a raccontare – in forma anonima, come si fa in questi casi –  i loro punti di vista, con impegno e dovizia di particolari. Anche i politici si sono spesi, presentandosi con puntualità agli appuntamenti, rispondendo con pazienza alle lunghe interviste preparate; a volte hanno portato i ragazzi al bar, o hanno dato loro finanche  una mano per qualche trasferimento logisticamente complicato. Tutti i politici: che fossero esponenti del M5S (particolarmente amichevoli e disponibili, si dice nel gruppo whatsapp), della destra, oppure esponenti del variegato mondo di liste civiche e partitini vari.  

Tutti o quasi. Perché (non sempre, sia chiaro) gli studenti hanno avuto difficoltà in più con i rappresentanti istituzionali del Pd, che in alcuni casi hanno cercato di evitare gli appuntamenti o li hanno concessi dopo insistenti sollecitazioni. Poi, negli incontri, guardando gli intervistatori con una certa diffidenza, come chiedendo che cosa ci facessero lì. Spesso ricevendoli con la neve in tasca, pronti a liquidarli nel minor tempo possibile per tornare alle cose importanti.

Ecco, amici, come è apparso il vostro partito, proprio in questi giorni, ad un gruppo di giovani studenti entusiasti, imparziali, professionali, che avevano il solo obiettivo di capire che cosa succede nel paese reale, e come la politica affronta i problemi reali. Ecco la vera conferenza programmatica che dovreste cominciare oggi: fatta di ascolto, condivisione e umiltà. Il resto sono chiacchiere.