Epifania renziana

Dopo la sconfitta referendaria, Matteo Renzi voleva andare a votare subito perché l’attesa della scadenza naturale della legislatura – tra emergenze sociali, aggressioni giudiziarie, guerriglie parlamentari o di partito e varie scadenze referendarie e elettorali –  avrebbe potuto irrimediabilmente spiaggiarlo. Di qui incertezze, contraddizioni e nervosismi del 2017 renziano: annus horribilis per un leader nato per mangiarsi a morsi l’esistenza, non programmato per aspettare pazientemente tempi migliori subendo lo stillicidio quotidiano del character assassination, mai all’opera con tale ferocia (neppure verso Berlusconi) come nei suoi confronti.

Ora l’ultimo passaggio complicato – le regionali siciliane – si è consumato senza danni importanti. Come è noto ai sani di mente, dopo i fallimenti dell’impresentabile Crocetta, la sinistra non competeva per il governo, ma per regolare i conti al suo interno.  E l’intero sistema politico-mediatico puntava sul successo dell’operazione Mdp e dintorni per dare la spallata definitiva all’odiato fiorentino: la Sicilia sembrava il terreno ideale per sperimentare l’impatto della scissione, al punto che il marketing bufalaro dei sondaggisti pagati dai giornali accreditava l’ipotesi del sorpasso di Fava su Micari. Poi la realtà ha rimesso le cose in ordine: anche (finanche) in Sicilia la vecchia sinistra è un entità minoritaria e marginale. Mentre lo scassatissimo e vituperato Pd continua ad occupare uno spazio politico essenziale, a volte (spesso) malgré soi.

Così, ormai concluso l’annus horribilis, Renzi può ricominciare a giocare da protagonista, con una nuova libertà mentale, intravedendo un futuro relativamente sgombro da ostacoli. Una condizione che si è già manifestata ieri sera da Floris dove, contrapposto ai suoi peggiori nemici, è stato di un’efficacia che neanche il più incallito degli haters può negare.

Il percorso di liberazione si accentuerà – vedrete – nelle prossime settimane. Renzi si disincaglierà progressivamente dalle secche delle alchimie delle alleanze, e si avvierà a correre (grosso modo) da solo alle prossime elezioni. Forse sono in arrivo buone notizie.