Mi piace la campagna del Pd (non è questione di simpatia politica, ma di giudizio comunicativo: i faziosi evitino commenti impropri). Una campagna sobria (anche molto pulita graficamente, bravi i ragazzi di Proforma), che definisce un posizionamento esplicito del partito intorno a sei temi cruciali (Europa, diritti, lavoro, scienza, cultura, ambiente). Poi i titoli andranno – come si dice – declinati con proposte concrete. Ma intanto segnano già una netta distinzione tra il Pd e i competitors (o sei con l’Europa o con chi vuole uscirne, o sei con la scienza o con chi è contro i vaccini, etc…); e questo mi sembra il modo giusto per avviare una campagna elettorale fatta di confronto sui programmi (che sono quelle cose che piacciono molto agli opinionisti fino a quando, arrivati i programmi, loro cominciano a dire che palle sti programmi).
Ora si vedrà se il Pd procederà con inequivoca determinazione su questa strada. Se questi temi riuscirà ad imporli con coerenza e costanza durante la campagna; se il suo leader riuscirà a mantenere i toni essenziali che sta avendo in queste settimane; se non interverranno fattori disturbanti (magistratura) a cambiare l’agenda setting. E così via. Al momento sappiamo che il partito ha scelto di darsi un profilo comunicativo tipico di una forza di governo, che (a suo parere, naturalmente) ha ben governato e vuole continuare a farlo, parlando ad un’ampia fetta di elettorato che non intende cadere preda delle spinte antisistema dominanti nel discorso mediatico mainstream.