Una mia lettera sul Corriere del Mezzogiorno, a proposito delle chiavi della reggia di Caserta consegnate dal prefetto Monaco a Cosentino

Caro direttore,

mi ritengo un garantista a tutto tondo. Non di quelli – per capirci – che si strappano i capelli se a finire sotto la mannaia dei Pm sono amici e sodali, e invocano invece la sacra bilancia della giustizia per odiati avversari. Per me i cittadini di fronte alla legge sono tutti uguali. Cioè innocenti. Fino a prova contraria, reiterata e definitiva. Se lo Stato ne accusa uno, ha il dovere di dimostrare – in tempi rapidi, con efficienza, fornendo ogni garanzia di sobrietà, equilibrio e imparzialità – le sue ragioni. Se e quando ci sono.

roghiPoi, improvvisamente, scopri che esiste ancora chi fa il mestiere del giornalista. Il reportage di Salvatore Merlo (bravo, davvero!) sul Foglio di oggi è un brandello di verità nel mare della torbida comunicazione dei cialtroni amorali (movimenti, finti scienziati, preti, talkshowisti, politici, amministratori). Strana sensazione, sentire parlare la realtà. 

Giugliano, provincia di Napoli. Una decina di ragazzetti maschi e femmine, zingarelli scurissimi, cenciosi, i capelli di pece e le narici fervide, mobili come passeri e diffidenti come gatti. Sfilano scalzi lungo la strada statale, alle spalle dell’immensa discarica sequestrata. Seguono una scalcinata serpentina d’asmatici furgoncini, Ape Piaggio dall’aria decrepita e stracarichi d’ogni tipo di rifiuti cittadini, vecchi copertoni d’auto, chili di cavi elettrici ancora coperti di plastica, dimenticate videocassette Vhs, dischi in vinile, scarpe rotte. Per niente intimoriti dalla presenza d’estranei, che devono aver rapidamente giudicato inoffensivi, imboccano una stradetta tortuosa che s’addentra come un’ansa di fiume in una campagna rigogliosa e infernale, sudicia come un sobborgo cittadino, tra un albero da frutto e la carcassa d’un frigorifero, un mezzo salotto sfondato e abbandonato così, in mezzo all’erba e al fango. I movimenti dei bambini sono una danza leggera e confusa, un moto da telaio intorno alla catasta di robaccia che stanno costruendo in una radura che ha la superstrada come orizzonte. Preparano un cumulo di monnezza cui sarà dato fuoco nel corso della notte, ammonticchiano spazzatura su spazzatura e calpestano altra, preesistente spazzatura: carte d’imballaggio, di maccheroni, fogli di quaderni, a liste, a pallottole, a foglie morte, a trucioli e a coppetti, carte e bucce di arance, bambole decapitate, senza dire dei resti di quella che sembra plastica fusa, catrame e una strana, mefitica guazza oleosa su cui questi ragazzini sciamano scalzi con surreale e infantile allegria. La chiamano Terra dei fuochi.

Carditello“Capo, abbiamo preso la Prefettura di Milano!”. “Bene, e ora che ve ne fate?”. La fulminante risposta di Togliatti all’entusiasta Pajetta andrebbe ricordata a Gian Antonio Stella, che sul Corriere di stamattina dedica un panegirico all’acquisto della reggia di Carditello da parte dello Stato, nella persona del ministro Bray.

Bene. E ora che lo Stato ha comprato per due soldi la reggia cadente, dopo molte aste andate deserte, che cosa ne farà?

roghiLetta, Presidente del Consiglio: “Per la prima volta le istituzioni nazionali affrontano l’emergenza terra dei fuochi”. Realacci: “Provvedimento importante, permetterà di affrontare meglio l’emergenza bonifiche”. Di Girolamo, ministro delle Politiche agricole: “Ok al decreto sulla terra dei fuochi in Consiglio dei ministri”. Orlando, ministro dell’ambiente: “Approvato decreto Terra dei fuochi, afferma un principio fondamentale: tutela ambiente è tutt’uno con lotta alla criminalità organizzata”. Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania: “Un’ottima notizia per la Terra dei Fuochi: il Governo ha approvato il decreto legge, è una svolta per l’ambiente in Campania”.

roghi 

  1. Dal diluvio di commenti seguiti al mio post su don Patriciello (insulti in larghissima prevalenza, imbarazzate difese degli amici), estraggo quello di Paolo Cecchini: “Sig. Velardi, lei rappresenta ciò che il popolo ormai disprezza, una casta di privilegiati improduttiva e saccente, invece di fare l’intellettuale scenda in piazza al fianco della gente come don Maurizio, vada anche lei ai funerali, forse comprenderà qualcosa della vita“. Penso che Cecchini fotografi abbastanza bene lo stato delle cose, e non credo che la questione riguardi il sottoscritto (non a caso attaccato dai più per i suoi lontani trascorsi di “politico”, amico di Bassolino e D’Alema, etc…). Il problema va ben al di là.