Berlusconi2Allora, come l’abbiamo raccontato, stamattina? La libreria alle spalle era bianca e non rossa (o viceversa, non ricordo), non c’era più un soprammobile di travertino, la luce era smarmellata, dice il mio amico Paolini (il solo che ne capisce). E le foto di famiglia, e il doppiopetto di sempre, solo qualche taglia più grande, e i capelli alla Mao Tse Tung. Fino alla conclusiva, geniale intuizione di tutti. E’ invecchiato. Di ben 20 anni. Soprattutto se paragonato al video di 20 anni fa.

Le telecamere dei siti del Corriere e di Repubblica sono piazzate da stamattina nella canicola di piazza Cavour per la diretta del niente. Nell’attesa si autoriprendono. Mostrare la “selva” (così si dice) di cineoperatori e cronisti è la prova inconfutabile dell’importanza del momento. Anche se, a detta di tutti, oggi non succede niente e (forse) niente succederà domani. Ma non per nostra responsabilità: noi siamo qui (giornalisti e cameramen da tutto il mondo, dice la didascalia).

Quindi abbiamo un Papa che parla con il mondo, non con i media: questa è la notizia. Ma Accattoli sbaglia a preoccuparsi. Se ognuno imparasse davvero a fare il suo mestiere, tutto potrebbe funzionare meglio.

Se Francesco – poniamo – avesse risposto in aereo ai giornalisti sullo Ior e sulla “lobby gay”, avrebbe scatenato – come lo stesso Accattoli ammette –  “la polarizzazione che è in agguato e che fino a oggi è riuscito a tenere bassa proprio con la disciplina della riservatezza”. Traduciamo: avrebbe reso più difficile la soluzione di due dei più complessi problemi di governance che al momento ha di fronte.  Avrebbe “comunicato con i media secondo le regole dell’informazione di massa”, e avrebbe aumentato il caos in casa sua.