Berlusconi2Allora, come l’abbiamo raccontato, stamattina? La libreria alle spalle era bianca e non rossa (o viceversa, non ricordo), non c’era più un soprammobile di travertino, la luce era smarmellata, dice il mio amico Paolini (il solo che ne capisce). E le foto di famiglia, e il doppiopetto di sempre, solo qualche taglia più grande, e i capelli alla Mao Tse Tung. Fino alla conclusiva, geniale intuizione di tutti. E’ invecchiato. Di ben 20 anni. Soprattutto se paragonato al video di 20 anni fa.

SantoroSarà che lo intervista Cazzullo, che è intelligente. Sarà che invecchiando si diventa saggi. Fatto sta che il peggiore di tutti i telecazzari dice cose misurate e di buon senso. Ecco il testo, scaricato dal Corriere.

Michele Santoro, la prossima settimana riparte Servizio pubblico. Ma i talk show non sono morti?
«Lo si sente dire spesso. È una stupidaggine assoluta. I talk show sono un genere eterno. Semmai sono morti i reality, che davano a chiunque l’illusione del successo, anche se l’ascensore sociale era già fermo. La crisi ci ha riportati alla realtà. E nessuna trasmissione riesce a restituire le tensioni sociali con l’immediatezza del talk. Cosa si è messo a fare nell’esilio moscovita Assange, lo svelatore dei segreti del mondo? Un talk show».
Anche in Italia non si scherza: una volta eravate in tre, lei Vespa e Lerner; ora siete in trenta. 

trustCaro lettore, poniamo che tu sia un commerciante, mettiamo un gioielliere (te lo auguro, nel caso – mi raccomando – ricordati di pagare le tasse!) proprietario di un bel  negozio in centro. Da un po’ di tempo ti fa visita periodicamente un signore di mezz’età, anche distinto, che si guarda in giro, si informa sui prezzi, ti chiede di visionare anelli e orecchini (una volta – dice – si avvicina il compleanno della moglie, un’altra volta la figlia si è laureata, e così via).

RenziSì, il format funziona. Sono bastati pochi mesi, e il popolo è stato rapidamente e tutto conquistato, le diffidenze scomparse di fronte alla potenza del sempre identico, il militante di nuovo ammaliato da chi promette vittoria, garantendo unità, battute salaci e foto ricordo (tutto già visto, comprese le vittorie, che non sono affatto mancate, nei 20 anni che ora per comodità definiamo berlusconiani).