Prima parlano quelli che non aiutano. Disastroso Matteoli: “Berlusconi non ha evaso il fisco, altrimenti non ci sarebbe […]
Berlusconi
Nel giorno della rappresentazione della fine ufficiale del ventennio del Puzzone-bis, il genio italico ha studiato tutto nei minimi particolari. Il climax cresciuto ad arte in tre giorni di interminabile attesa nella piazza infuocata, la polpetta avvelenata della possibile assoluzione con rinvio, che ha tenuto su dibattito e suspense nelle ultime ore. Solo quando due stanchi picchetti di poliziotti e carabinieri si sono schierati sui gradoni del Palazzaccio come per una parata, si è capito che era arrivato il momento. Alle telecamere è stato permesso di violare (per la prima volta, si è detto, è l’importanza del momento) la sacralità di un’aula della Cassazione. E il processo di venti anni ha trovato il suo compimento, con l’accento ridicolmente greve del paglietta napoletano di turno.
Non l’ho mai votato né lo voterò. Ma anche Kennedy non era berlinese. Berlino era un simbolo di […]
A meno che non si intenda dare dignità all’annuncio della legge elettorale, prevista per il mese di ottobre […]
Dal Corriere di oggi.
Francesco De Gregori, sono sei anni, da quando in un’intervista al «Corriere» lei demolì la figura allora emergente di Veltroni, che non parla di politica. Che cosa le succede?
«Succede che il mio interesse per la politica è molto scemato. Ha presente il principio fondativo delle rivoluzioni liberali, “no taxation without representation?”. Ecco, lo rovescerei: pago le tasse, sono felice di farlo, partecipo al gioco. Però, per favore, tassatemi quanto volete, ma non pretendete di rappresentarmi».
Cos’ha votato alle ultime elezioni?
«Monti alla Camera e Bersani al Senato. Mi pareva che Monti avesse governato in modo consapevole in un momento difficile. Sono contento di com’è andata? No. Oggi non so cosa farei. Probabilmente non voterei. Con questo sistema, tanto vale scegliere i parlamentari sull’elenco del telefono».
Le telecamere dei siti del Corriere e di Repubblica sono piazzate da stamattina nella canicola di piazza Cavour per la diretta del niente. Nell’attesa si autoriprendono. Mostrare la “selva” (così si dice) di cineoperatori e cronisti è la prova inconfutabile dell’importanza del momento. Anche se, a detta di tutti, oggi non succede niente e (forse) niente succederà domani. Ma non per nostra responsabilità: noi siamo qui (giornalisti e cameramen da tutto il mondo, dice la didascalia).
A Giuliano Ferrara non piace il consenso conformista che circonda Francesco, e comincia a scalciare. Non gli piace […]