Trovo odiosa la campagna per le dimissioni della Cancellieri orchestrata da Repubblica e dai magistrati. Mi indigno sempre quando la tenaglia mediatico-giudiziaria tritura il mostro di giornata, anche se si chiama Paolini o Misseri. Figuriamoci nel caso di una brava funzionaria dello Stato, cui possono essere tuttalpiù imputate delle leggerezze. Mentre sono evidenti e marchiani gli obiettivi politici dei Torquemada in toga e senza: i magistrati vogliono defenestrare un ministro di Grazia e Giustizia “non gradito” perché autonomo, non subalterno alla corporazione più potente d’Italia; Repubblica vuole mantenere la leadership del giustizialismo forcaiolo, sempre insidiata dai fondamentalisti del Fatto.
Cancellieri
Non sanno che pesci prendere i napoletani servi, forcaioli e vigliacchi (grosso modo i napoletani tutti), di fronte all’assoluzione di Bassolino nel processo-rifiuti. Servi: inginocchiati per anni al suo cospetto, sveltissimi a santificare un uomo che cercava con volontà di ferro e scarsa cultura di governo di mettere mano a guai secolari, ancora più lesti ad intascare prebende e posti nei Cda senza accrescere di un briciolo il cervello sociale della città.
Rinviata la stretta sulle lobby «Materia molto delicata»