Mi chiedo perché colui che ritengo il migliore commentatore politico italiano ce l’abbia tanto con Matteo Renzi. Antonio Polito è mio amico da decenni. E’ stato da ragazzo militante e giornalista comunista, ha poi sciacquato i suoi ruvidi panni di appartenenza facendo carriera a Repubblica, completando il dirozzamento nella swinging London di Toni Blair, e costruendo poi quel gioiellino che è stato il “Riformista”. Ha compiuto così, con travaglio personale e buone letture, un percorso che condivide con la gran parte dell’attuale classe dirigente del paese.
Casini
Il post che, per pigrizia, non ho scritto ieri (in compenso ho visto un delizioso Polanski: correte al cinema), lo ha scritto Pigi Battista – un giornalista vero – stamattina sul Corriere. Glielo rubo e ve lo giro, sottolineando quelli che – a mio avviso – sono i due aspetti centrali di tutta la ventennale vicenda: 1) un leader è tale se aggrega, convince, mobilita, ma poi è capace di includere, sintetizzare, selezionare, gestire, promuovere, governare. Qui il fallimento di Berlusconi è stato totale, la semplice cronistoria lo dimostra; 2) i voti ce li ha lui.
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