Non vale mai la pena comprare i giornali, salvo che in rare occasioni. Stamattina il Foglio vale, almeno in parte, l’euro e mezzo che costa, per l’editorialone di Ferrara, che fa il punto prima (immagino) di andare in ferie, e un bel pezzo di Beppe Di Corrado su Garcia (forza Roma). Ferrara ve lo giro io qui sotto, così – se non siete tifosi della Maggica – potete risparmiate l’euro e mezzo e prendervi un caffé, in sostanza pagato da me.

Ecco Ferrara

Dal Corriere di oggi.

Francesco De Gregori, sono sei anni, da quando in un’intervista al «Corriere» lei demolì la figura allora emergente di Veltroni, che non parla di politica. Che cosa le succede?

«Succede che il mio interesse per la politica è molto scemato. Ha presente il principio fondativo delle rivoluzioni liberali, “no taxation without representation?”. Ecco, lo rovescerei: pago le tasse, sono felice di farlo, partecipo al gioco. Però, per favore, tassatemi quanto volete, ma non pretendete di rappresentarmi».

Cos’ha votato alle ultime elezioni?

«Monti alla Camera e Bersani al Senato. Mi pareva che Monti avesse governato in modo consapevole in un momento difficile. Sono contento di com’è andata? No. Oggi non so cosa farei. Probabilmente non voterei. Con questo sistema, tanto vale scegliere i parlamentari sull’elenco del telefono».