Mattinale

A meno che non si intenda dare dignità all’annuncio della legge elettorale, prevista per il mese di ottobre (del 2013, dicono), le notizie italiane di giornata sono le seguenti: 1) si attende il verdetto della Cassazione su Berlusconi; 2) vengono notificati undici provvedimenti di fine inchiesta nell’indagine su Mps; 3) un consigliere Telecom è indagato per insider trading; 4) partono i primi avvisi di garanzia dopo l’incidente stradale di Avellino; 5) pendono ancora ricorsi al Tar per il restauro del Colosseo; 6) c’è stato un blitz della Guardia di Finanza in un call center a Palermo; 7) la Cassazione ha reintegrato tre operai alla Fiat di Melfi.(Le notizie sono prese dal Corriere e da Repubblica, non dal Fatto, che non leggo. “Per motivi psichiatrici”, direbbe Francesco).

E ora facciamo un giochino. Trovate le somiglianze tra queste notizie. Che cosa le tiene insieme, le unifica? Risposta: il loro minimo comun denominatore si chiama giustizia, come è evidente. Sono tutte storie di tribunali, ricorsi, indagini, avvisi di garanzia, blitz, arringhe, sentenze.

L’Italia, in sostanza, dipende dalla sua giustizia: dai suoi tempi, dai suoi percorsi tortuosi, dai suoi bizantinismi.

Lo dico in maniera pacata: io penso che tutto ciò sia sbagliato.

Bisognerebbe trovare una via d’uscita. Ma sul serio.