giochiCi sono i tassatori feroci. Quelli che, per trovare le risorse venute meno dopo l’abolizione dell’Imu, hanno pensato di tassare il gioco, punendo le società concessionarie di slot machines. Sempre di tasse si tratta, ma – si sono detti i nostri – in questo caso fa brutto protestare. Così troveremo sei miliardi e salviamo il governo. Ma stamattina la norma gli è saltata.

Sospiri di sollievo per il governo che tiene e balbettii sull’abolizione dell’Imu. I politici esultano (Pdl) per propaganda e abbozzano (Pd) per convenienza, ma insieme gioiscono perché per ora non andranno a casa. I giornali di regime – dall’entusiasta “Foglio” alla recalcitrante “Repubblica”, passando per il compassato “Corriere” – sciacquano i loro editoriali nel superiore interesse nazionale della crisi scongiurata.

L’editoriale di Panebianco sul Corriere di stamattina. Come dargli torto?

Le reazioni del partito della spesa pubblica di fronte alla affermazione di buon senso, e inoppugnabilmente vera, del viceministro all’Economia Stefano Fassina secondo cui esiste, accanto a una evasione indotta da avidità e mancanza di senso civico, anche una evasione fiscale «di sopravvivenza», sembrano dettate dall’arroganza: quella tipica arroganza che è propria di chi, ritenendosi fortissimo, può permettersi il lusso di ringhiare davanti a qualche timido distinguo dalla linea dominante e vincente.
C’è il forte sospetto che sia ormai inutile continuare a ripetere, come facciamo da anni, la solita litania: «Bisogna ridurre la spesa pubblica al fine di abbassare le tasse e rilanciare così la crescita».

“Nel nostro Paese le tasse sono alte perché non tutti le pagano”. Questa frase può pronunciarla solo un ignorante o una persona in malafede. E Letta, che l’ha pronunciata con enfasi, non è un ignorante.

Intanto, “tasse alte” è un gentile eufemismo. In Italia, nel 2012, siamo arrivati ad una pressione fiscale del 44% sulle persone e del 53% sulle imprese (mentre le piccole imprese – come quella in cui lavoro – pagano lo sproposito del 68,3%, tra tasse, oneri fiscali, contributivi e balzelli vari). Una condizione del genere non è equiparabile a nessun paese civile al mondo. Semplicemente non è sopportabile. Per quelli che pagano. Non per gli evasori, che se ne fregano.