Il portellone sta per chiudersi, ma il  tentativo estremo va fatto: la prossima nave parte alle 15. “Scusi, ho fatto tardi. Non è che posso fare il biglietto a bordo?”. “Saglite, po’ verimmo. Ma costa ‘e cchiu'”. ” Di più quanto?”. “Poi parlate con il mio collega”. “Sì, ma mi scusi…”. “Sbrigatevi, che dobbiamo partire… rapido”. Salgo o non salgo? Salgo.

Parcheggio l’auto, vado su, mi siedo. Tracanno un’acqua minerale, ancora boccheggiante. La principessa assiste, paziente e pietosa. L’uomo del bar la guarda e fa: “Il cane non può stare qua. E’ vietato dalla legge”. “Ha ragione, mi scusi, la porto fuori”.  “Lasciatela, se vere che è bbuona”. La porto fuori o la tengo dove non può stare? Nau resta dentro.

La BuitoniBorlettiMazzantiviendalmare, sottosegretaria ai Beni culturali, si lamenta qui perché il decreto del fare semplifica (orrore!) le procedure per le ristrutturazioni degli immobili, naturalmente se il bene non è vincolato (chiaro? Se il bene NON è vincolato). La signora vorrebbe anche in questi casi l’autorizzazione delle Soprintendenze: una carta in più da produrre, un potere in più per le burocrazie. Ci vuole tempo per le autorizzazioni? Si diano più soldi alle Soprintendenze. Sennò il nostro patrimonio culturale (ricordo che stiamo parlando in questo caso di un dignitoso appartamentino al Quarticciolo) rischia di brutto.

Allora, comincio a prendermi le prime libertà. Partiamo da un po’ di stupidaggini napoletane. Ieri un commentatore ha scritto sul Corriere del Mezzogiorno che Velardi ha lasciato l’assessorato perché ha ”un fiuto infallibile a correre in soccorso del vincitore”. L’illustre scrivano non spiega perché a Napoli ci sono andato, a febbraio del 2008, in piena crisi dei rifiuti. Anche allora correvo in soccorso di qualche vincitore?

Veniamo alla seconda, un po’ più seria. Oggi lo stesso giornale scrive “fondi da Velardi a Velardi”, alludendo ad una delibera che stanzia risorse per il primo osservatorio internazionale di trendwatching, appuntamento della neonata Fondazione Capri. Si sostiene che viene finanziata la società Gpf, del gruppo Reti. Falso. Per preparare la manifestazione Elena Marinoni, ricercatrice di Gpf e massima esperta italiana di trendwatching, sta fornendo una consulenza gratuita. Non c’è alcun contratto tra società del gruppo Reti e la Fondazione Capri. Gli avvocati si occuperanno di stabilire i termini di un’azione legale nei confronti delle sciocchezze scritte.

Il post di ieri ha provocato diverse reazioni. Alcune sono comprensibili: politici e candidati alle elezioni non sono d’accordo con me (vorrei vedere!). Altre mi colpiscono di più. Sono quelle dei militanti, di amici che conosco da tempo, che hanno visto nella mia dichiarazione di non-voto una specie di diserzione. Con loro mi fa piacere continuare la discussione, già avviata massicciamente sul blog e su Facebook.