Un vecchio diario (14)

Ieri sera, lunedì 22, ero a cena con Gad Lerner. Ho ricavato impressioni pessime. Penso che lui, insieme a Mauro, Maltese, e forse anche in competizione interna con Rampini, Giannini, etc…, lavorino organicamente contro di noi. La loro tesi è lucida e secca: voi lavorate in totale isolamento, in questo siete davvero craxiani. In più siete degli illusi, pensate di cambiare il mondo e non capite che dovete allearvi con quelli che contano, e soprattutto con Prodi di cui dovete accettare la guida perché è più esperto, più bravo di voi, ha più rapporti con l’Italia che conta e con quella che c’è realmente. Ad un certo punto arriva la telefonata di Ezio Mauro che, come un invasato annuncia che la Consob ha bocciato l’Opa di Olivetti su Telecom, accusandoci di essere dei dilettanti. C’è di che essere davvero preoccupati. La botta che prendiamo su Telecom, in termini di credibilità nei circoli che contano, è grande. Rischiamo di portarcela dietro per lungo tempo, forse per sempre. E non nego neppure che alcune delle cose che Lerner dice siano vere: siamo autoreferenziali e forse un po’ dilettanti. Nella vicenda Telecom quello che, ad esempio, è impressionante è che noi siamo stati fottuti da due cosiddetti amici di D’Alema: Rossi e Spaventa. È possibile che noi non si sappia nulla? Che D’Alema non abbia fatto due telefonate? Il nostro esercito non lo vedo, insomma. Nessuno lo tiene insieme, lo mette in movimento, lo istruisce.

Oggi viene Mauro da me. Lerner gli ha detto che ieri ci siamo capiti. In realtà c’è una distanza abissale. Lui mette  in questione la nostra legittimità a governare. È pazzesco, ma è così.

Giorni complicati. Escono i sondaggi Swg che danno a Prodi il 16%, Mastella è in liquidazione. Domanda di fondo: abbiamo fatto bene a imbarcarci in questa impresa? D’Alema mi ha accusato  di  esserne il responsabile: farnetica.  Siamo alle solite. Giovedì sera siamo a cena da lui con Benigni, Ciampi e Visco. Serata divertente. Si può fare qualcosa per evitare la candidatura dei sindaci? Forse, direi io. A volte sembriamo come un pugile suonato che non riesce a prendere alcuna iniziativa e attende passivamente gli eventi. Per esempio, alcuni sindaci potrebbero fare un appello a Rutelli, Bianco, Cacciari, ma anche a Bassolino per chiedergli di rinunciare ad altri incarichi che non siano quelli di sindaco. E così via.

La settimana del viaggio in America sono a casa malato. Torno il lunedì successivo, riposato, rinfrancato, meno preoccupato. Nei giorni successivi buoni provvedimenti del governo, cattive notizie da sondaggi locali emiliani, un’aria strana. Ma non è che siamo sul Titanic? Cerchiamo di mettere a fuoco il problema. Il governo non fa male, ma non so che rapporto ci sia con gli orientamenti che maturano tra i cittadini. La sinistra è scontenta, molto scontenta. Non riesce a percepire il governo D’Alema come qualcosa di suo, come un governo che faccia bene. Cossiga, la scuola privata, sempre le stesse cose. Magari non hanno alcun rapporto con la realtà, ma ci sono e non si riesce ad annullarle con azioni positive. Una risposta può essere quella di dire: se il 14 giugno Forza Italia è il primo partito e il Pds perde, D’Alema per prima cosa si dimette. Volete questo? Volete  votare Prodi per votare Berlusconi? Bene, accomodatevi. È una linea rischiosa. Che futuro c’è per D’Alema? Posto che le cose ora vadano male, può tornare al partito come se nulla fosse? Non bisogna illudersi. Ci sarà un momento traumatico, prima o poi. Il problema è solo scegliere il quando e il come. C’è anche un po ‘ di casino (penso di ritorno, di risulta) nello staff, dopo le vicende Rondolino e Messori. (14. continua)